Solo ieri ho ricevuto la solita telefonata di chi mi chiedeva consiglio su quale razza scegliere per un buon lavoro di guardia, voleva sapere se poteva andar meglio il pastore dell’Asia centrale o il pastore dei Pirenei, che poi in realtà sarebbe il Cane da Montagna dei Pirenei (ovvero il Patou).
Ogni volta che sento queste distinzioni mi rendo conto che sulla cultura cinofila del cane da guardia c’è ancora molto da fare e chissà quante persone continueranno ad acquistare cani in un qualsiasi pomeriggio d’entusiasmo, per poi aspettare invano che il loro cucciolo prima o poi inizierà a fare il guardiano.
Come ho già spiegato più volte, non esiste grande differenza fra due razze di cani da pastore nell'utilizzo della guardia, in quanto il ceppo è il medesimo (tutti i nostri cani da pastore occidentali derivano dall’antico cane aborigeno medio-asiatico), cosa fa la grande differenza è invece la selezione dei riproduttori che può fare l’allevatore.
Il cane da pastore nasce per custodire spontaneamente le pecore dagli attacchi dei lupi e di altri animali predatori, ma non necessariamente per difendere il suo padrone da un altro uomo che vuole entrare nel suo territorio. Anzi, i pastori fecero sempre di tutto per eliminare qualsiasi tendenza del cane ad attaccare l’essere umano che transitava vicino al gregge, visto che non potevano disporre di nessuna recinzione contenitiva.
Quindi per trovare un buon cucciolo di cane da guardia non è sufficiente affidarsi ad una razza di cane da pastore piuttosto che un'altra, bensì è necessario individuare trovare quel cucciolo che si dimostri predisposto fin dai primi mesi.
Prima di imparare a capire quali caratteristiche doveva possedere un cucciolo di 90gg., dei miei cani da Pastore dell’Asia centrale, per diventare da grande un ottimo guardiano, dovetti studiare a lungo come poteva invece presentarsi caratterialmente un altro suo fratello della stessa cucciolata che di guardia contro l’uomo non ne avrebbe fatta mai o molto poca.
Per essere un buon selezionatore di cani da lavoro, bisogna metterci sentimento solo per quanto riguarda il loro benessere psico-fisico, mentre il “cuore” deve intromettersi ben poco quando si decide di valutarli in base alle loro potenzialità. Il limite di molti allevatori ed ancor più dei privati che decidono di far nascere una cucciolata è invece proprio quello di innamorarsi troppo dei loro soggetti e di fantasticare sui loro potenziali futuri risultati, cosa che invece forse che non arriveranno mai. Quante volte ho sentito a dire: “I figli di questa femmina o di quel maschio diventeranno tutti ottimi guardiani!”, praticamente come tutti i fratelli nati dagli stessi genitori presentassero le medesime caratteristiche. Chi ha la fortuna di avere dei figli potrà capire facilmente a cosa mi stia riferendo, noi genitori li amiamo tutti in egual modo ma sappiamo benissimo che fra uno e l’altro possono manifestarsi caratteristiche completamente differenti. E così funziona per i cani!
Un allevatore deve invece accettare che i cuccioli delle sue cucciolate non nasceranno mai tutti uguali, presentando la stessa predisposizione alla guardia, diffidenza e coraggio di contrastare un eventuale intruso. Specialmente nei cani da pastore, anche dopo anni di selezione mirata alla protezione familiare, ne nasceranno ancora sempre alcuni con le originali caratteristiche dell’autentico cane da pastore: quindi quasi indifferenti all’uomo ma molto dominanti sugli altri animali.
Questo fu il caso di Siria, un'autentica cucciolona di 4 mesi di cane da pastore dell'Asia centrale, con occhi bicolore, che decisi di regalare a Bruno di Bugnara (AQ), un anziano pastore abruzzese. Bruno ha 79 anni ma ancora oggi dorme ogni notte d’estate alla diaccio per essere pronto a contrastare gli attacchi dei predatori che spesso fanno al suo gregge di oltre 1000 pecore, al pascolo sulle alture delle montagne abruzzesi.
Ecco l’articolo che feci quando andai io personalmente, circa un anno e mezzo fa, a portargli questa femmina che ritenevo particolarmente idonea per il suo gregge.
Oggi Siria è cresciuta, …eccome è cresciuta!
Bruno dice: “Quando mangia, nessun cane la può avvicinà!”.
Nonostante sia una delle ultime arrivate è la più in carne di tutte, questo significa che in quel branco, dove vige ancora la legge del più forte, lei è molto rispettata, viceversa dovrebbe accontentarsi degli avanzi degli altri e sarebbe molto più magra.
In occasione della mia ultima discesa in Salento dagli amici Rocco e Chiara, ho deciso di fermarmi un giorno in Abruzzo ed andare a trovarla.
Bruno con me è sempre molto gentile, nonostante sia un “orso” di quelle montagne, ogni volta si mette a disposizione per saziare la mia grande passione per i cani da gregge.
Siamo passati da casa sua e lo abbiamo “prelevato” con il nostro fuoristrada, messo gentilmente a disposizione da Lino di Vasto, un altro appassionato di cani di un tempo, oltre ad essere il proprietario di due miei ottimi soggetti da guardia (nella foto sotto, a sinistra di Bruno).
Dopo un interminabile viaggio su una tortuosa strada sterrata, (credo che la Toyota di Lino non avesse mai fatto così tanto “fuoristrada” in tutta la sua carriera), prima siamo arrivati allo stazzo in altura dove Bruno dorme ogni sera con il figlio Lando ed un pastore rumeno.
In quel luogo ai “confini della civiltà” sono presenti alcuni branchi di lupi ma i più pericolosi per l’uomo sono alcuni orsi che, quando decidono di “servirsi da soli”, si avvicinano e si prendono cosa preferiscono.
Bruno dice: “Mio figlio ed il pastore li faccio dormire nella casetta, io invece mi corico con le pecore, sennò come faccio a far scappà l’orso quando arriva, quello appena arriva acchiappa na’ pecora e se ne va! Sono 65anni che faccio sta vita! Ma questa è la vita mia! Ormai quell’orso lo conosco bene, lui è furbo ma ormai non mi frega più!”
Poi continua parlando dei lupi: “Quelli di una volta non ci sono più, adesso li buttano, ma quelli sono diversi, meno male che sono meno cattivi. Ce ne sono parecchi, quest’anno anche se ho molti cani m’hanno già ammazzato 6 pecore. Quando i lupi sono in branco, fanno fessi i cani come vogliono! Due arrivano da na’ parte e si tirano appresso i cani, mentre gli altri arrivano dall’altra e mi ammazzano le pecore!”
Oggi Siria è ancora giovane, ha solo poco più di un anno e mezzo e deve ancora maturare molto, ma a sentire Bruno il suo lavoro lo sa già fare abbastanza bene, tanto che l’ha già voluta coprire con il suo maschio preferito di nome Orso. Fra poco si saprà se è rimasta gravida e se nasceranno i suoi cuccioli.
Quando quest’inverno sono calati parecchi metri di neve, lei era al capannone con il branco di cani dove Bruno ricovera le pecore. Anche laggiù la vita è molto dura per i cani, forse più che al pascolo. Di notte le pecore vengono rinchiuse tanto che nessun animale selvatico possa entrare ad ucciderle e quindi i cani debbono dormire fuori al gelo e ad ogni altra avversità, solo i più robusti resistono a quella vitaccia. I vari metri di neve caduti tutti consecutivamente non hanno consentito per alcuni giorni, a nessuno della famiglia, di portare cibo agli animali e quindi anche i cani sono stati bloccati laggiù nel freddo. Purtroppo alcuni non ce l’hanno fatta, compreso un maschio a cui Bruno teneva molto, si pensa che l'ipotermia gli abbia causato una forma di polmonite fulminante.
Siria è invece fortunatamente sopravvissuta e di questo Bruno è molto entusiasta, parlando di lei mi ha detto: “Quella è furba, sul mangiare non molla mai e si fa rispettà da tutti, pure dai maschi, lei è sopravvissuta perché aveva la pancia piena e non ha patito come gli altri. Anche lei è stata un po’ male ma poi si è salvata”.
Ed è innanzitutto la robustezza del cane che interessa molto ai pastori più anziani. Bruno ha aggiunto: “Al lupo non c’è nessuno che ci pensa a portargli da mangiare, nessuno che gli da la medicina per i vermi, né per le pulci, né per le zecche, lui deve sbrigarsela tutto da solo. Ecco perché non teme i cani. Ai cani miei io gli voglio bene, ma non debbono diventare dei fessi, sennò il lupo se li mangia e quindi è peggio per loro!”.
In effetti anche se potrebbe risultare un po’ brutale, in base alla nostra moderna concezione che abbiamo ormai maturato del nostro amico domestico, quella è la vita dei pastori.
Com’è duro un uomo che a 79 anni non conosce il letto d’estate e passa tutte le notti fra le pecore, con un bastone ad aspettare il predatore, in quei luoghi anche i cani debbono cavarsela da soli.
I cani di Bruno mangiano ogni giorno un po’ di pane e a volte la pasta, credo che anche loro, come in Asia centrale, debbano aggiustarsi da soli per le proteine, probabilmente si cacceranno qualcosa nei boschi circostanti.
A vederli grattarsi continuamente, non credo abbiano mai conosciuto antipulci o sterminanti. Ma vivono sulle montagne in paesaggi incantevoli a fare il loro lavoro per cui sono stati creati e questo non è poco, alla faccia di tutti quei poveri animali che, apparentemente risultano molto accuditi e coccolati, ma in realtà debbono sottomettersi tutta la vita alle frenesie dei loro padroni di città, che li tengono serrati nel loro appartamento, portandoli poi a passeggio necessariamente al guinzaglio.
Siria aveva appena finito il calore e due maschi si erano scontrati duramente per coprirla, aveva vinto Orso e quindi era spettato a lui (qui sotto nella foto).
L’altro maschio, più giovane, era invece molto dolorante, stava spesso coricato ed aveva una profonda ferita dietro l’orecchio, forse anche la febbre. Bruno mi ha detto: “Quello le ha prese secche perché non voleva cedere, ma non si lascia medicà, così adesso ha fatto i vermi sulla ferita”.
Anche Siria era zoppicante, si era appena azzuffata il giorno prima con qualcun altro e quindi ora non riusciva ad appoggiare una zampa anteriore.
Questa è la vita di chi vive lassù sulle montagne, una vita molto dura per tutti ma nello stesso tempo meravigliosamente libera e naturale.
Anch’io sono uno di quelli che va laggiù solo ogni tanto, rimango lì un paio d’ore e poi riscendo a valle per godermi tutte le comodità, mentre loro laggiù ci stanno tutto l’anno. Io, come voi, non conosco la paura dei temporali notturni con le loro impressionanti scariche di fulmine, il freddo delle bufere d'alta montagna, l’acqua della pioggia che scorre nella schiena dei pastori, anche quando hanno già la tosse ed il raffreddore da giorni, i morsi degli insetti, le infezioni di ferite mai curate, etc..
Ecco perché non mi sono mai permesso di giudicare cosa vedo in quelle mie escursioni e vi prego di fare lo stesso anche voi. Per capire bisogna vivere laggiù.
Bruno vede da un occhio solo per causa di una brutta infezione trascurata e la moglie si trascina china appoggiandosi su due bastoni, per alcune fratture mai curate procuratesi cadendo da un ulivo. Nessuno dei due sa cos’è un ospedale, laggiù Dio vede e provvede a tutto.
Non ci si può quindi aspettare molte cure per i loro cani, in quelle realtà sopravvive chi ce la fa, come fu per migliaia di anni per tutti i cani da pastore che dovettero fronteggiare il predatore selvatico.
Ecco perché sono convinto quando dico che loro possono dormire comodi e sereni ogni notte nel nostro giardino di casa senza mai patire il freddo dell’inverno. Gli altri milioni che dormono nei salotti di tutto il mondo, continuiamo a chiamarli cani ma anche loro hanno ormai capito che non lo sono più.
I cani di Bruno hanno lo sguardo fiero di chi sa di essere forte e coraggioso, pronto a non sottrarsi mai quando il gioco diventa duro. Oggi Siria è una di loro e sono sicuro che è felice, …perché si sente un autentico cane da pastore.
Bruno è un uomo tanto semplice quanto affascinante e generoso, gli siamo capitati senza preavviso e nonostante avesse tante cose da fare, ha mollato tutto ed ha perso la mattinata per parlare con noi. Lui è molto appassionato del suo lavoro, nonostante sia ancora rimasto faticoso quasi come un tempo e risulti oggi un’attività senza profitti. La burocrazia moderna, imposta da chi se ne sta tutto il giorno comodo in ufficio, ha complicato enormemente la vita anche a chi ha scelto di vivere sulle montagne con le pecore.
E’ proprio nella concreta semplicità di Bruno, a volte quasi disarmante, che riesco sempre a identificare il suo vero amore per la natura e per tutti i suoi animali, direi molto superiore a chi lo sbandiera invece in ogni occasione per apparire “stupendo” alla vista della gente. In quel luogo non si sente mai a dire: “Poverino quel cane, povera bestiola, tenero cucciolotto”, ed altre espressioni che hanno ormai nauseato l’ambiente della cinofilia. Ma Bruno non fa mai dormire i suoi cani in casa, costringendoli a fare "la pipì" a comando, magari solo quando finisce il programma televisivo, oppure trattenerla alla mattina perchè è rimasto addormentato.
Bruno si corica ogni notte fra le pecore per proteggerle dall’orso, quando sarebbe così semplice accordarsi con qualche bracconiere e farlo abbattere definitivamente. Ma la realtà è che Bruno ama quell’orso, anche se gli prende le pecore, perché fa parte delle sue montagne che sono il luogo dov’è lui è nato e vorrà rimanerci fino all’ultimo respiro.
I suoi cani potranno sempre urinare dove e quando vogliono, marcare il loro territorio ovunque senza nessun padrone che li strattonerà al guinzaglio, non saranno mai sterilizzati e si accoppieranno con la femmina che più desiderano, forse quella di cui si erano naturalmente innamorati, correranno sempre liberi fra quei prati, si siederanno e coricheranno solo se ne avranno voglia, stabiliranno la loro scala gerarchica, etc.. In pratica vivranno da cani!
Si, è vero, avranno le pulci e le zecche, ma quelle ce l’hanno sempre avute anche i lupi da quando Dio li creò e se concepì anche i parassiti, avrà avuto un suo buon motivo per farlo che forse noi non abbiamo ancora mai capito.
Laggiù fra quei pascoli d’alta montagna, s’è scritta nei secoli una parte importante della storia dei nostri cani ed oggi è solo quella che mi interessa veramente, il resto della cinofilia ha per me ben poca importanza.
Considero Bruno e molti altri pastori, che conosco in ogni angolo del mondo, i miei veri Maestri, la semplicità con cui affrontano la vita al fianco dei loro cani è il più grande insegnamento che ho ricevuto durante la mia evoluzione di cinofilo.
Gli sono veramente riconoscente per esistere ancora, in contrasto a questa marea di finti “eruditi” del comportamento animale che oggi stanno trasformando il cane in un penoso schiavo dell’uomo destinato a trasformarsi in un pupazzo senza dignità.
I cani sono animali semplici ma VERI e necessitano di essere trattati con autentica dignità da uomini semplici ma altrettanto VERI.
Vi assicuro che laggiù, dove volano le aquile e Bruno fa pascolare le sue pecore, questo avviene ancora ogni giorno e Siria sta godendo di questo privilegio.
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