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03/03/2015 - KIRA: …l'importanza dei “ruoli di branco”!



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Essendo ormai anni che allevo cani da guardia, noto che il divario esistente fra la realtà e la “fantasia” di molti cinofili, sta diventando sempre più marcato. La cinofilia di oggi è basata quasi esclusivamente sull’estetica del cane (come d’altronde è la stessa “esteriorità” che ha ormai preso il sopravvento sull’uomo moderno), quando invece sono i soggetti più atipici morfologicamente (magari considerati brutti), fuori di ogni standard ufficiale, addirittura con qualche piccolo difetto fisico o imbastarditi con cani d’ignota provenienza che, all'atto pratico, si dimostrano quasi sempre i migliori per le loro prestazioni.

 

La caratteristica che mi affascina di più dei pastori (quelli veri), uomini autentici che cerco di frequentare il più possibile, è la loro capacità di essere semplici, ma sempre molto pratici ed efficienti in ogni occasione, oltre ad essere ancora fra i pochi che considerano il cane una SPECIE e non una semplice RAZZA. Nessun pastore ebbe mai l'occasione di studiare etologia all’università, ma con la pratica quotidiana che si tramandò nei secoli, di generazione in generazione, riuscì sempre a trarre geniali conclusioni sulla gestione dei suoi cani. Oggi invece, la diffusa cinofilia considerata "ufficiale”, non fa altro che continuare a diffondere una marea d’informazioni sbagliate, con lo scopo di promuovere il concetto di RAZZA come caratteristica sovrana su ogni altra, tendenza che sta ormai portando ad una totale estinzione della specie canina originale. La maggior parte dei cuccioli che nascono oggi negli allevamenti specializzati, non ha più quasi nulla delle tante nobili virtù che possedevano i cani randagi di un tempo. Per il tornaconto di alcuni, si fa finta di considerarli addirittura migliori, ma in pratica non è nemmeno possibile paragonarli: quelli di allora erano veri cani, quelli di oggi semplici surrogati!

 

 

Si continua a ingannare il profano dicendo che è sufficiente acquistare un qualsiasi cucciolo, purchè appartenente a certe razze selezionate, per poterlo addestrare facilmente a qualsiasi mansione, compresa quella di fare la guardia: tutto questo è assolutamente falso e contro qualsiasi principio naturale.

 

Ogni volta che nasce una cucciolata, la Natura non prevede mai che i soggetti possano essere separati per crescere in luoghi diversi, come nella realtà avviene spesso. La Natura concepisce il cane come un animale idoneo a vivere in branco, nello stesso modo in cui ha creato l’ape per essere parte integrante di uno sciame: ogni entità nasce quindi con il suo ruolo di branco ben definito e ideale per svolgere una precisa mansione all’interno dell’intera comunità. Come fra le api esiste quella regina, le operaie, i fuchi, tutte con compiti differenti, anche nel mondo dei cani, se l’uomo gli consentisse di vivere allo stato brado, ognuno assolverebbe a doveri diversi e finalizzati alla sopravvivenza e all’evoluzione della specie a cui appartengono.

 

Chi, per valutare il potenziale carattere di un cucciolo, crede di poter ignorare questi principi, non otterrà mai risultati soddisfacenti. Tant’è che le famiglie scontente del loro cane da guardia sono sempre di più!

 

 

In ogni figliata di cani (specie animale generatasi anticamente dai lupi e tutt’ora predisposta ad accoppiarsi con gli stessi per generare altri ibridi fecondi), nascono soggetti destinati alla riproduzione e quindi con un alto istinto di salvaguardare la propria incolumità, altri invece con il compito di sacrificarsi per difendere il resto del branco o cacciare le prede, qualcuno indicato solo a segnalare il pericolo, altri ancora con la mansione di evitare gli scontri fra i più forti e aggressivi del branco e infine soggetti senza compiti di particolare rilievo, ma comunque molto utili alla comunità.

 

Detto questo, credo sia evidente la grande importanza di saper intuire a quale ruolo di branco appartenga il cucciolo che si vuole destinare alla guardia e sia invece inutile cercare di raggiungere lo scopo con i vari tipi di “addestramento” che oggi l'uomo si è inventato con la sua solita presunzione di modificare quanto crea spontaneamente la Natura.

 

E' bene sapere che, i cani di ogni cucciolata e di qualsiasi razza, diventeranno guardiani più o meno efficienti solo ed esclusivamente in relazione al ruolo di branco che gli è stato assegnato dalla Natura al momento della nascita: nulla di più!

 

Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma come fanno i soggetti a mantenere il loro ruolo di branco, se poi vengono separati da piccoli per essere destinati a famiglie diverse e spesso vivono da soli in giardino?”. La risposta è molto semplice: “Cercando di adattarsi il più possibile all'ambiente al quale vengono destinati, come fa in pratica il lupo, con enorme fatica, quando è costretto a vivere da solitario. Non disponendo di un branco, l'animale deve improvvisarsi per adempiere ogni mansione”.

 

 

(Nei miei Corsi Base sul Cane da Guardia, spiego molto bene queste dinamiche fondamentali e indispensabili per capire a fondo il carattere degli animali che vivono nel nostro giardino).

 

Con la sua superba genialità, la Natura ha previsto che i lupi in dispersione sappiano, anche se con grande fatica e con risultati non sempre sufficienti alla sopravvivenza, svolgere ogni mansione diversa da quella specifica assegnatagli alla nascita. E’ però doveroso sottolineare quanti sforzi facciano per uscire nel più breve tempo possibile da questa condizione di disagio: formandosi al più presto un nuovo branco o aggregandosi a un altro pur di ritornare al loro ruolo di branco originario.

 

Quasi lo stesso disagio, è provato dai nostri cani quando crescono da soli in giardino: ecco perché non esiste crudeltà peggiore di farli vivere una vita senza un compagno di sesso opposto!

 

I cuccioli di una qualsiasi razza che nascono da una stirpe di guardiani molto forti e coraggiosi, non potranno mai diventare tutti come i genitori, anzi, solo pochissimi cresceranno con le stesse qualità, questo perché la Natura ha grande interesse di assegnare loro nuovamente ruoli di branco diversi e finalizzati alla sopravvivenza della specie. Un branco di cani tutti coraggiosi, non potrebbe mai sopravvivere a lungo in Natura! Sono invece i più paurosi a essere molto utili per evitare i tanti pericoli esistenti allo stato brado!

 

Questa è una delle spiegazioni più evidenti di quanto sia importante l’abilità dell’allevatore nel saper scegliere il cucciolo più idoneo alle esigenze del cliente. Se si desidera possedere un semplice abbaiatore, è necessario adottare un soggetto appartenente a un determinato ruolo di branco, se si necessita invece di un cane capace di affrontare fisicamente chi valica la recinzione, è invece necessario un altro ruolo di branco.

 

Ed è proprio in relazione alle ricerche che feci sul carattere del cane che anni fa coniai i termini (ormai usati da molti): prima, seconda e terza scelta caratteriale. Le tre scelte servono per classificare i cuccioli in base alla loro idoneità nel saper diventare in futuro capaci di proteggere le famiglie dalle intrusioni indesiderate.

 

 

Se è vero che per riuscire a individuare il ruolo di branco di un cucciolo, è necessaria molta esperienza (maturata allevando un’infinità di soggetti), prevedere anche come e quando lo stesso riuscirà a integrarsi nel nuovo ambiente a cui è stato destinato, è quasi impossibile. Quando io consegno un mio cucciolo, anche se di prima scelta caratteriale, i futuri proprietari, oltre a commettere i soliti errori di gestione (normali per chi non è del mestiere), molte volte possiedono già altri cani di razze diverse, con età, sesso e caratteri differenti e, ovviamente, ognuno di loro dotato di uno specifico ruolo di branco! Ed è proprio qui che viene il bello…

 

E’ normale che chi si rivolga a me per acquistare un cane da guardia, voglia ottenere al più presto i migliori risultati e sia spesso incline ad addossarmi ogni responsabilità quando gli stessi tardano ad arrivare (fa parte del mio mestiere!), ma spesso tutto quanto accade nei primi anni del cane non dipende mai da me, come non serve fare paragoni fra un soggetto che sta maturando lentamente e un altro che si dimostra già un buon guardiano a un solo anno d'età. L'evoluzione caratteriale di un cane è una caratteristica segnata nel suo DNA fin dalla nascita, indipendentemente da come si comporterà i primi anni, tant’è che, molte volte, i più tardivi risultano i migliori da adulti. Ne è un lampante esempio il mio LEONE: a due anni era quasi indifferente a chi entrava nel cortile, oggi è uno dei guardiani più temibili che possiedo.

 

E' anche vero che quando io consegno un mio cucciolo, dico sempre ai miei clienti che il cane non matura mai prima dei 4 anni d'età, ma sono ormai convinto che, dopo poche ore, tutti si siano già dimenticati per sempre delle mie parole e la fretta di ottenere "tutto subito" prenda come al solito il sopravvento!!

 

Era una domenica di due estati fa, avevo appena “caricato” una cucciola nata da ottimi guardiani da me ceduti qualche anno prima a Viterbo, quando decisi di far visita al mio amico Adriano nel suo B&B di Città della Pieve. Sembrava quasi una cosa preparata ad hoc, visto che lui, seppur ancora immune dall’attuale “malattia” per il pastore dell’Asia centrale, disponeva già di un maschio (ancora “scapolo”) di questa razza.

 

In realtà, KIRA non era destinata a lui, anzi, avrebbe dovuto crescere nel mio allevamento per diventare una delle mie fattrici, considerate anche alcune caratteristiche che avevo già individuato, non appena l’avevo vista in quel giardino dov’era vissuta fino al momento.

 

 

Dovendo poi passare la notte a casa di Rosa e Adriano, liberai la cucciola nel giardino, dove lei non tardò a dimostrare spiccate qualità di giovane guardiana. Ad Adriano brillarono subito gli occhi nel vederla agire con tanta padronanza e, nonostante facesse di tutto per dimostrarsi indifferente, era facile capire che in cuor suo la voleva al più presto per sé.

Posso invece garantire che la mia intenzione non era assolutamente quella di cedergliela, così come la moglie non immaginava ancora che presto si sarebbe dovuta occupare anche di 4 pastori dell’Asia centrale, oltre alle mille incombenze che comporta gestire un B&B di un certo livello.

 

 

Cenammo in compagnia mentre la piccola KIRA, forse perché estranea all’ambiente, iniziava ad abbaiare a ogni rumore sospetto e, man mano che gli ospiti del B&B rientravano con le loro auto, li segnalava tutti, proprio come un'esperta guardiana. Io ammiravo compiaciuto le doti di quella cucciola, ma anche Adriano stava pensando al modo come non farsela scappare, tant’è che la mattina seguente mise in atto il suo piano "diabolico" che, mio malgrado, avrebbe funzionato!

 

Durante la colazione mi disse: “Perché non me la lasci qui qualche giorno, in questa mia breve vacanza le insegno ad andare al guinzaglio, la porto a fare qualche passeggiata e poi, la prossima settimana, te la ridò non appena vengo al nord per riprendere servizio”. Io non ero molto entusiasta della proposta, ma lui mi convinse aggiungendo: “Intanto siamo a Ferragosto, mica potrai occuparti anche di questa femmina, in allevamento ne hai tante, dai lasciamela, almeno con lei eviterò di annoiarmi!”. E fu così che KIRA diventò sua per sempre.

 

 

Passati i primi mesi d'entusiasmo, Adriano iniziò a fare il confronto fra come si stava comportando KIRA alla sua età e come era stato invece da cucciolo il suo attuale Kimè, che gli avevo ceduto l'anno prima. A detta sua, la differenza fra i due era enorme: il maschio si era dimostrato subito molto attento e poco confidente con chiunque lo volesse avvicinare, mente KIRA, non appena superato il periodo di ambientamento e messa in coppia con Kimè, si stava dimostrando poco interessata a fare la guardia, anzi, era sempre più favorevole a scodinzolare agli estranei.

 

In funzione della nostra amicizia, Adriano non osava dirmi: “Guarda che questa volta ti sei sbagliato in pieno, la cucciola non è di prima scelta caratteriale come te la immaginavi!”. Decise invece di “lavorarmi” ai fianchi, come solo lui sa fare, fino a quando l’avversario si lascia cadere stremato al tappeto. Ad ogni chiamata, che mi faceva sempre più spesso, le sue domande si moltiplicavano in modo esponenziale e nessuna delle mie risposte riusciva mai a convincerlo che non avevo sbagliato le mie previsioni.

 

Mi ricordo ancora alcune delle sue domande: “In base a quali parametri, tu stabilisci che un cucciolo è di prima o di seconda scelta caratteriale?” “Credi di aver avuto tempo a sufficienza per valutare il giusto carattere di KIRA?” “Come si potrebbe comparare la prima scelta caratteriale di Kimè, che già a pochi mesi era molto diffidente, con quella di KIRA che si dimostra invece confidente con tutti?”.

E il mio "calvario" continuò per molte settimane....

 

La risposta più appropriata sarebbe stata quella che, mentre lui aveva trascorso decine di anni a guarire bambini cardiopatici, io ero vissuto ogni giorno con il mio branco di cani, maturando un’esperienza cinofila che non si può acquisire leggendo libri e riviste, né tanto meno navigando su internet: in pratica, come avviene per la sua professione!

 

 

Adriano era però un caro amico, sempre gentile e disponibile, capii quindi la sua demoralizzazione e decisi di fargli una proposta: “In allevamento ho una cucciolona molto predisposta alla guardia, ha solo un anno, ma respinge già con grande energia chiunque si avvicini alla recinzione, se vuoi ti do lei e mi riprendo KIRA!”. Ricordo benissimo che aggiunsi anche sorridendo: “Così, fra un paio d'anni, ti morderai i pugni per averla cambiata!”

 

Per garantire una notte quasi insonne al mio amico Adriano, basta proporgli un cane! Infatti, il giorno dopo mi chiamò per dirmi che sarebbe venuto presto a vedere la mia Ukra, quella che è oggi diventata la compagna di Kimè.

 

In soli due giorni feci socializzare Ukra con i nuovi proprietari, fino a quando diventarono amici e poi la caricai sull'automobile in partenza per Città della Pieve, dove avrebbe incontrato il suo futuro compagno e sarebbe vissuta in un enorme giardino.

 

E KIRA? Magari me l’avesse restituita! Un po’ per affezione e un po’ perché, sentita la mia provocazione, Adriano temeva lo scambio, decise di tenere anche lei.

 

 

In pochi giorni, Ukra dimostrò subito il suo carattere e quindi io speravo che fosse tutto sistemato: Adriano aveva finalmente trovato la coppia di guardiani che sognava da tempo ed io sarei vissuto serenamente.

 

Che grande ingenuità!

Ero stato così stupido da non intuire il nuovo confronto che si sarebbe creato presto fra le due femmine, entrambe di 1a scelta caratteriale, ma con momentanee prestazioni agli antipodi: Ukra già capace di intimorire chiunque, mentre KIRA molto più tranquilla e quasi pacifica con l'estraneo.

 

Mi servirebbero troppe pagine per raccontare le nostre lunghe discussioni al telefono e le mie tante spiegazioni mirate a convincere Adriano che con la maturità di KIRA avremmo visto miracoli. La nostra solida amicizia non si incrinò ovviamente per così poco, ma vi posso garantire che, fino ad un mese fa, la convinzione di Adriano era quella che KIRA non sarebbe mai diventata alla pari di Ukra!

 

Ricordo di averlo ammonito più volte per scherzo dicendogli: “Invece KIRA diventerà una guardiana ancora più forte di Ukra e il giorno che questa mia previsione si avvererà, tu non avrai più scampo, te la farò pagare cara!”. E finalmente il giorno è arrivato!

 

Un mese fa sono stato a casa di Adriano e, appena sono entrato nel suo giardino, ho visto KIRA molto cambiata e notando come mi stava abbaiando, ho subito pensato: “Ci siamo!”.

 

Fin dai primi approcci, ho visto in quella femmina, ormai più matura, quello che avevo sempre immaginato fin da quando era cucciola: la rara tempra di una guardiana di 6° Livello FICG

 

Subito dopo, mi è venuta un'idea: da oggi in poi, potrei quasi iniziare ad accettare importanti scommesse con tutti i proprietari sfiduciati che mi "tartassano" quando i loro giovani guardiani non offrono ancora i risultati desiderati ed è probabile che diventerei ricco, cosa impossibile allevando cani!

 

 

A parte gli scherzi, la verità è che la gente non potrà mai immaginare quanto sia complessa la psicologia canina: noi adottiamo uno o più cani per raggiungere i vari obiettivi che ci prefiggiamo, ma loro non sono altro che semplici animali costretti a vivere nel nostro giardino, dovendo così rinunciare a quella che sarebbe la loro esistenza in libertà. Al cane non importa nulla delle nostre ambizioni, trascorre invece la sua esistenza da recluso con l’unico obiettivo di poter soddisfare i due unici istinti primari che possiede: sopravvivere e riprodursi. Tutto il resto l'abbiamo inventato noi uomini e alla sua insaputa!

 

Capire il ruolo di branco al quale appartiene un cucciolo, è la base fondamentale per ottenere successo nell'impiego dei cani da guardia, tutto il resto è pura improvvisazione. Non solo risulta indispensabile individuare il ruolo di branco del singolo soggetto, ma è altrettanto importante valutare quello degli altri compagni con i quali lui dovrà integrarsi.

In libertà, i cani si aggregano secondo dinamiche molto complesse ma solo finalizzate alla semplice convivenza e riproduzione della specie, non per offrire i servizi che oggi l'uomo desidera ottenere dagli animali. Quando invece si vogliono impiegare dei cani per i vari scopi, come ad esempio la guardia della proprietà, non è immaginabile poter scegliere un cucciolo a caso e accoppiarlo d'arbitrio con un altro cane di cui non si conosce nulla sul suo ruolo di branco, sperando che tutto funzioni rapidamente e senza problemi. Molte volte, per ottenere i risultati desiderati, ci vuole più tempo di quanto si possa immaginare: Adriano è stato molto fortunato perché 2 anni sono pochi!

 

Al ruolo di branco si aggiungono poi ancora molte altre varianti che un cinofilo deve sempre tenere in considerazione, come ad esempio: la razza dei singoli soggetti che dovranno convivere, la loro età, lo stato di salute, le caratteristiche fisiche e psicologiche, la capacità di adattamento reciproco finalizzato alla sopravvivenza e alla riproduzione, le differenti abitudini maturate nell’ambiente e molto altro ancora. Caratteristiche che per gli animali hanno la precedenza assoluta rispetto alla nostra smania di ottenere quanto vogliamo da loro.

 

Ed è proprio conoscendo a fondo quanto sia complesso far "funzionare" bene una coppia di cani da guardia che mi viene da sorridere se qualcuno mi parla di RAZZE come la soluzione ad ogni problema: se l'uomo non conosce ancora quasi nulla sulle dinamiche che regolano  la semplice specie canina, come può fare previsioni su cosa ha creato lui arbitrariamente sostituendosi alla Natura?

 

Cliccare QUI per vedere il Filmato di KIRA.

 

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