IL CANE PASTORE TURKMENO
sikurt - sicurezza abitativa anticrimine
 
08/05/2010 - DAVIDE & GOLIA Struttura ideale per un Pastore dell'Asia centrale ''DA GUARDIA''



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IL TURKMENO - www.canidaguardia.com - 349 33 35 668

“Davide era un ragazzo che visse tanto tempo fa in Israele. Badava alle pecore del padre ed era molto coraggioso. Difendeva le pecore dagli attacchi dei leoni e degli orsi. Un giorno il padre gli chiese di portare delle provviste ai tre fratelli che erano soldati dell'esercito di re Saul. All'accampamento i soldati guardarono dall'altra parte della valle e videro i propri nemici, i filistei. Uno dei soldati era un gigante e si chiamava Golia. Era enorme e fortissimo e come armi aveva una lancia e una spada. Ogni giorno lanciava una sfida. "Mandate qualcuno a combattere con me", gridava. Ma i soldati del re avevano troppa paura per affrontarlo."Ci vado io", disse Davide."Sei solo un ragazzo", disse re Saul."Dio mi ha aiutato a uccidere orsi e leoni, mi aiuterà anche questa volta." "Puoi andare", disse re Saul, "ma devi prendere la mia corazza e le armi." Davide le prese, ma erano troppo grandi e pesanti per lui. Davide posò quindi la corazza e le armi e raccolse cinque piccole pietre per la fionda. Poi attraversò la valle per incontrare Golia. Golia, quando lo vide, rise di lui. "Fatti avanti ragazzo, che ti ammazzo!", disse il gigante. Davide mise una pietra nella fionda, la fece roteare sempre più velocemente e quindi scagliò la piccola pietra che colpì Golia. Lo colpì proprio in mezzo alla fronte ed il gigante cadde a terra. Davide corse da Golia che giaceva immobile. Lo aveva ucciso. L'esercito di re Saul esultò. I soldati filistei, spaventati, cominciarono a fuggire e i soldati di re Saul li rincorsero. Davide aveva vinto e la gente d'Israele esultò per la vittoria.”

 

Chi si avvicina per la prima volta al cane da Pastore dell’Asia Centrale può rimanere confuso scorgendone soggetti di taglie molto diverse: molto grandi e decisamente più piccoli.

Oggi per vari motivi politici i leader mondiali della razza, ormai concepita come cane prevalentemente da esposizione, sono i russi mentre i reali stati da dove proviene questo cane (Turkmenistan, Tajikistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Afganistan, Iran, etc..), sono ancora del tutto emarginati avendo seri problemi di economia interna dovuti alla recente indipendenza ottenuta dall’Unione Sovietica. In pratica, i veri cultori della razza sono loro, ma nessuno li considera se non per sfruttarne parte delle tradizioni per rendere più esotica ed affascinate la razza.

I russi, tranne casi sporadici, per una cultura del “grande e grosso” tendono a riprodurre cani di taglia pesante con altezze al garrese molto elevate e pesi sostanziosi. Soggetti che possono ricordare altri molossi già visti nella nostra cinofilia occidentale: San Bernardi, Alani, Mastiff ed altri mastini vari.

 

A chi gli domanda se la mole elevata del cane da pastore dell’Asia Centrale, non sia un impedimento nel lavoro quotidiano di guardiano o artefice delle solite patologie salutari (che gli appassionati di grandi molossi conoscono benissimo), è ovvio che loro dicano di no ed inizino a raccontare antiche leggende di terre lontane, capaci di incantare un profano che stia per avvicinarsi a questo cane sconosciuto. Le stesse leggende vengono poi scritte sui loro libri, ben accolte dai cultori del “cane grande” e tradotte per gli occidentali come “vangelo” di cinofilia internazionale.

 

Il business dei russi è quello di sostenere che il “loro” cane pur essendo un gigante non sia soggetto a patologie tipiche dei cani pesanti, sia agile come una lepre, scattante, sempre attivo, etc.. Questo perché sarebbe un cane antico, proveniente geneticamente da paesi dove la vita è molto dura, etc…Per giustificare molti soggetti che, vista la mole, dormono gran parte del giorno, si rifanno alla storia (vera) che i cani da pastore sono animali prevalentemente operosi di notte, vista l’attività predatoria notturna dei lupi. Se visiterete un loro allevamento di giorno e molti cani continueranno a dormire, vi assicureranno che hanno pattugliato tutta la notte e quindi stanno riposando. Se chiederete perché non impediscono ad un estraneo di entrare nella loro proprietà vi risponderanno: “Perché ci sono io!”. E se obietterete perché i cani si lasciano avvicinare ed accarezzare da voi, mai visti prima, vi assicureranno che quello è il vero cane da guardia, che quella è la caratteristica comune della razza ma che in caso di pericolo il “tranquillone, si trasformerà in Nembo Kid.

 

In realtà poi molti di quei cani “grandi e grossi” hanno problemi di displasia dell’anca (come i nostri occidentali), mangiano come buoi come tutti i mastini, pur provenendo geneticamente (ormai in modo molto remoto!) da potenziali paesi dove si fa la fame, muoiono spesso per torsione di stomaco, hanno una vita media molto breve e se furono cacciatori un giorno per la sopravvivenza, oggi, dopo 500 m di corsa, hanno una lingua che gli tocca il terreno. Un tempo vissero nel deserto ma oggi sono stati abituati ad abitare  in molti appartamenti di città russe dove probabilmente sono nati sul tappeto di un salone, accuditi come bambini dalla donna di casa.

 

E’ vero che a pari mole, se non riprodotti in stretta consanguineità, sono più robusti e sani di altre razze, perché la selezione dell’uomo moderno non è ancora riuscita a rovinarli completamente. E’ vero che qualcuno di loro hanno una maggiore predisposizione alla guardia di notte piuttosto che di giorno e che si possa trasformare intollerante in caso di assenza del padrone nonostante vi abbia accettato in sua presenza. Ma sono eccezioni.! Rare eccezioni, difficilissime da ottenere in riproduzione. Solitamente gli allevatori vi parlano sempre del soggetto “eccezionale”, chiedete invece di visitare gli altri fratelli della cucciolata e vedrete la differenza.

 

Le poche volte che ho provato ad inserire cani da pastore dell’Asia centrale “iper-molossoidi” della razza nelle mie linee di sangue, sono stati disastri in tutti i versi, di cui non mi sono tutt’ora liberato: salute, carattere, affidabilità.

Eppure li avevo pagati cari, apparivano di prima scelta, provenivano da stimati allevamenti di provenienza russa ed ucraina, dritti sugli arti, si muovevano con  armonia, erano il meglio che offriva il mercato in quel momento. Il carattere dei loro figli non fui mai da confrontare a ciò che produco abitualmente con linee discendenti da antichi cani da pastore dell’Asia centrale da lavoro.

 

Quanti di questi “bamboccioni” ho provato a testare, in tutto il mondo (Turkmenistan compreso) senza vedere reazioni!

Molti sostengono: “Quello è il grande equilibrio del cane da pastore dell’Asia centrale!” Ma quanti ne ho visti di questi giganti  a retrocedere ad una minaccia?

Poco importa se qualcuno possiede un soggetto che rappresenti l’eccezione, la maggior parte sono all’opposto e ciò che si otterrà in riproduzione saranno scarsi risultati. Addirittura, ogni volta che ho scelto i miei cuccioli per carattere, si sono sempre rivelati i più piccoli della cucciolata.

 

Ma per gli etologi, questo non è una novità: la territorialità del cane da guardia deriva dal suo antenato selvatico e ricercando quella caratteristica nella selezione, si arriva spontaneamente a delle proporzioni, altezza/peso, non lontane da quelle di un lupo

 

In Turkmenistan esiste una linea di sangue discendente da un campione di combattimento di nome Albert, il piccolo e longilineo della storia: i cuccioli che nascono da quella dinastia sono impressionanti, fanno una guardia spudorata già a pochi mesi.

Ma a loro ciò non importa in quanto abitano in palazzoni popolari ex Unione sovietica senza giardino o in villaggi di periferia senza cortile. Preferiscono gladiatori della domenica più robusti, I tempi dei pastori del Karakum-Desert stanno finendo ed i cinofili sono concentrati nella capitale Ashgabat dove esistono tutti i confort, (tranne la libertà d’opinione). Vista la richiesta, anche là, i russi si stanno cimentando nel cercare di creare cani giganti di oltre 100Kg. e spacciarli all’occhio del mondo come originali turkmeni! Ma questo lo fecero già alcuni occidentali con il Mastino del Tibet, il Pastore dell’Anatolia, ect…

 

Aldilà di cosa possano essere i gusti personali di ogni cinofilo, che io rispetto da sempre ( purché siano cinofili “autentici” con passione ed esperienza sul campo, ovvero che abbiano levato, di suo pugno, tonnellate di escrementi dai recinti, si siano fatti sporcare migliaia di volte dalle zampe infangate dei loro cani, abbiano conosciuto il pianto per una cucciolata andata male e che l’odore del suo soggetti bagnati, appena saliti in macchina, li abbia sempre rallegrati, etc…)

Indipendentemente dalle considerazioni che possano emergere da allevatori che hanno scelto di allevare una determinata tipologia di cane da Pastore dell’Asia Centrale “gigante” esistono delle realtà pratiche che tutti i profani devono conoscere, prima di scegliere il cane che abiterà il giardino di casa loro.

 

Fino ad alcuni mesi fa mi ero limitato ad esternare le mie perplessità sui cani da pastore dell’Asia Centrale di taglia “gigante” facendo riferimento semplicemente alla mia esperienza acquisita con cani di altre razze e rapportando le prestazioni medie che i miei soggetti offrivano durante il loro di guardia e cosa invece notavo in molti altri cani da pastore dell’Asia Centrale di mole più consistente e prevalentemente di provenienza russa, polacca, ucraina, lituana, etc.

Poi, in Transilvania, ebbi occasione di incontrare il mio attuale “Kayman” un cagnone meraviglioso di taglia grande. Grande carattere: duro come la pietra con chiunque voglia valicare la mia proprietà e “tenero come il burro” con la mia famiglia, specialmente con le mie figlie che non vede spesso ma, nonostante le abbia conosciute già da adulto, le adora con un affetto pienamente corrisposto da loro che ne sono letteralmente innamorate. Premetto che Kayman sarebbe comunque rimasto a vita nel mio allevamento anche se le sue prestazioni si fossero rivelate molto meno entusiasmanti, visto cosa ci ha dimostrato fin dai primi giorni oltre al mio forte desiderio di “slegarlo” da quella catena dove l’avevo incontrato, in un cortile di una fabbrica dismessa risalente al precedente regime di Ceausescu.

In effetti ero però sicuro delle sue prestazioni, visto come mi aveva affrontato nel suo territorio credendomi un intruso mai visto prima e senza immaginare che sarei stato io il suo prossimo “padrone”, oltre ad aver poi scoperto successivamente la sua linea di sangue molto vicina a quella del mio Kimè.

Ricordo quella fresca mattina d’autunno, quando entrai nel grande cortile di Mercurea Ciuc: lui era legato ad una robusta catena, sporco di grasso, impolverato e smunto: ma la sua avversità era stata impressionate per un cane così giovane. Il suo continuo battere dei denti mi fecero decidere subito due cose: che me lo sarei portato in Italia a qualsiasi costo e che l’avrei chiamato Kayman per il suo poderoso modo di battere i denti nel tentativo di azzannarmi ogni volta che mi avvicinavo al suo spazio delimitato dal raggio ella catena. Inoltre Kayman ha molti altri pregi, oltre ad essere poco aggressivo con tutti i cuccioli (anche se vanno a disturbarlo, lui si limita ad annusarli), è tollerante con le altre femmine, è un gran simpaticone.

 

Quindi anch’io ho attualmente un “grande” cane come tutti gli allevatori che si rispettino e non solo di carattere ma anche di dimensioni: non l’ho mai misurato ma supera sicuramente gli 80cm al garrese. Adesso posso fare il confronto diretto con gli altri miei soggetti in quanto un cane “grande e grosso” con il “testone” e molto predisposto alla guardia ce l’ho anch’io.

 

Infatti, non c’è confronto!

 

Sono sempre più convinto che un buon pastore dell’Asia Centrale da guardia debba avere dimensioni complessive molto contenute: se alto oltre i 70cm al garrese debba almeno possedere un fisico longilineo, senza grandi masse muscolari e con arti poco poderosi e con testa tendente al lupoide. Se invece si tratta di un cane di struttura più robusta non debba assolutamente superare di molto i 70cm al garrese ed avere una muscolatura tonica ed assolutamente asciutta che gli consenta di sviluppare la potenza nello scatto, in questo caso gli arti possono essere anche più robusti.

Testa grande, petto molto largo, ossatura pesante, giogaia molto pronunciate non sono altro che un impedimento ad un lavoro efficiente oltre a non rappresentare la razza come fu concepita dai pastori aborigeni di un tempo.

 

Il mio amico Mauro Salvador, esperto e veterano cinofilo, mi dice spesso: “ Non dici nulla di nuovo con le tue teorie, da sempre la cinofilia si è divisa fra chi il cane lo sceglie per un lavoro e chi lo porta in esposizione, questo è sempre successo nella storia con molte razze”.

In effetti ricevo spesso e-mail di chi non ritrova più, nelle nuove tipologie moderne di molti cani di razza (attualmente più grandi e “morfologicamente migliorati” ?!?) le caratteristiche di un tempo. Molti mi scrivono parlandomi con nostalgia dei “vecchi pastori maremmano/abruzzesi che non hanno più nulla a che vedere con quelli attuali e la stessa cosa vale per proprietari dei  “vecchi” cani corso, mastini napoletani, Rottweiler, Schnauzer, Pastori Tedeschi, etc..

 

Ho conosciuto svariati Ciarplanina, Kangal, Caucaso, micidiali (anche se non ho mai scelto di allevarli per svariati motivi) ma mai furono di grandissime dimensioni, mentre ho incontrato altri soggetti delle stesse razze, famosi per la loro enormità e nel migliore dei casi erano di mediocre carattere.

 

Forse sarà simile alla differenza che esiste fra un campione di culturismo ed uno di una disciplina da combattimento.

Nessuno più me sa cosa significhi aver acquistato svariati chili di peso, in mezz’età, facando il confronto con quando calcavo i “tatami” per i miei incontri di karate (quando il karate era un’altra cosa da quello di adesso!), come mi senta inefficiente adesso ormai appesantivo e com’ero audace un tempo. Allora nel karate non esistevano le categorie di peso e i tornei erano “open”. Bene! Non persi quasi mai contro atleti di statura e peso più grandi me, mentre fu un “germanico”, direi gracile, che in incontro Italia-Germania mi privò a vita di alcuni dei miei denti.

 

Kayman è un grande cane ed io lo adoro ma è lento, elefantiaco nei movimenti, estremamente ponderato nelle reazioni, troppo sicuro della sua forza e quindi esageratamente fiducioso che nulla lo possa annientare. Nello stesso tempo che Kayman avverte un pericolo, decida di alzarsi da coricato per reagire, Annibal o Taleban lo hanno già annientato. Loro sono sempre altamente guardinghi su tutto e di tutti, sospettosi: questo è ciò che li rende ineguagliabili da molti altri soggetti della razza che ho incontrato e posseduto.

Kayman si addormenta e si sveglia solo quando entro nel portone di casa, Taleban ed Annibal sono onnipresenti: loro ci sono sempre ad aspettarmi ovunque io arrivi. A volte sono già allertati alcuni minuti prima di quando passa un estraneo nella strada adiacente, Kayman se ne accorge e si desta solo quando li vede a poche decine di metri.

 

Eppure Kayman non è un “iper-molosso” che fatica ad alzarsi o camminare come mi è capitato di incontrarne molti nella razza, con certe zampe “pantofolaie” che paiono aver le pinne da sub. Kayman si muove con un’eleganza esemplare, corre molto velocemente, ed è in ogni caso guardingo ma nulla a che vedere con altri miei soggetti più leggeri.

 

Un maestro di meditazione che incontrai in India mi stupì quando mi disse che “la smania dell’uomo di volere tutto grande: auto, casa, ufficio, conto in banca, etc… è dovuta alla profonda sensazione di impotenza che prova nei confronti dell’ universo “infinitamente grande” in cui vive” ….e probabilmente sarà la stressa cosa succede a chi nel cane cerca innanzitutto la sua mole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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