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16/11/2011 - Il mio 2° viaggio in TRANSILVANIA



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Il mio 2° viaggio in Transilvania.

 

Ritorno sempre con molto piacere da quelle parti ed ogni volta che si avvicina il momento del ripartire mi rendo conto che, quanto ho visto ed imparato dai miei amici pastori, è veramente poco rispetto a quanto ci sarebbe ancora da scoprire.

Ho conosciuto pastori di molte parti del mondo e appena avrò il tempo vorrò anche scrivere un libro su questa gente, ormai dimenticata da tutti, perché credo sia gusto che sia più conosciuta ed apprezzata per l’autentico lavoro che svolge ogni giorno nei meandri della natura.

 

Ogni volta che ritorno in Transilvania mi rendo conto che quanto accade sporadicamente qui in Italia, a causa di quei “quattro lupacchiotti” ritornati sulle nostre montagne, a danno di qualche pastore che ancora stenta ad organizzarsi per proteggere il suo gregge e preferisce lamentarsi, sia veramente nulla rispetto alla “lotta” di chi vuole custodire il bestiame in quelle terre contro i numerosissimi predatori che ogni giorno intendono cibarsene.

 

In Transilvania sono costretti a convivere, fin dai tempi più antichi, intere generazioni di pastori con ben tre tipi di predatori molto diffusi: il lupo, l’orso e la lince.

 

Della lince non se ne sente quasi mai a parlare, anche se gli avvistamenti sono sempre più frequenti, pare però che i danni infieriti sui greggi siano molto limitati.

Gli orsi sono organizzati in varie famiglie, ma attaccano i greggi solo in certi periodi dell’anno con obiettivi di sottrarre al massimo un capo e mangiarselo nella foresta. I pastori hanno ormai selezionato una genetica di cani veramente capaci contro questi ultimi che, attaccando tutti insieme, a volte riescono a dissuaderlo dalle sue immediate intenzioni offrendo il tempo necessario ai pastori di intervenire con lunghi e robusti bastoni o altri attrezzi rurali. Il segreto di quei cani è quello di distrarlo con rapidi attacchi senza rimanere troppo “in presa” con il morso, viceversa perirebbero rapidamente.

I pastori si fanno grandi risate quando sentono a parlare dei cani da presa, tipo i Pitbull, che qui in occidente vengono “spacciati” come cani capaci di combattere e vincere contro i grandi predatori tipo l’orso, in quelle foreste non sopravvivrebbero nemmeno una settimana: credo sia molto meglio che rimangano sui loro comodi divani, vicino al padrone ed caldo negli appartamenti di città!

 

Sono invece i lupi a rappresentare il vero problema di quei pastori e pare non esistano molte soluzioni se non quella di rimanere sempre molto vigili ed essere pronti a correre a crepapelle, su e giù per quei pendii, in ogni momento della giornata o della notte. Solo il giorno precedente i cani erano stati distratti da alcuni lupi che minacciavano un versante e non appena si erano orientati in quella direzione, un altro aveva sottratto questa pecora dal lato opposto del gregge. Il cane più vicino si era messo ad abbaiare per segnalare l’attacco e grazie al pronto intervento degli altri, il lupo era poi stato allontanato. Purtroppo la pecora aveva già riportato profonde ferite alla gola, inflitte dal lupo con i suoi canini e difficilmente sarebbe riuscita a salvarsi anche per le blande cure somministratele. Pare che sia anche una sostanza presente nella saliva del predatore a causare profonde infezioni, ogni vota che i suoi denti feriscono la preda.

I pastori della Transilvania hanno una vita molto dura contro tutte le avversità di quei luoghi e già nel mio primo viaggio avevo scritto parecchio su questa situazione. Leggendo quell’articolo potrete scoprire alcuni aspetti molto interessanti di questo mondo ai confini della civiltà.

 

La prima cosa che incuriosisce chi ammira i pastori quando governano il loro gregge è il numero di cani coinvolti nella sorveglianza: mai meno di 10! Pensare che loro sono sicuramente più poveri dei nostri occidentali e sicuramente non più generosi ma, avendo molta più esperienza come evitare le predazioni, sanno benissimo che senza un numero elevato di cani non ci sarebbe futuro per la pastorizia e chi il lupo sarà sempre un avversario molto duro da sconfiggere.

 

La seconda è l’assenza dei cani “toccatori”, ovvero quelli incaricati di gestire il gregge e guidarlo secondo le esigenze del pastore, ad esempio molto diffusi in Abruzzo dove sono impiegati al loro fianco i pastori Maremmano-abruzzesi. Laggiù utilizzano gli uomini, ovvero alcuni manovali che, per miseri salari ed il pasto serale, corrono su e giù per i pascoli, con il loro bastone, durante tutto il periodo primaverile, estivo ed autunnale per poi riposarsi maggiormente d’inverno quando le pecore verranno ricoverate in grandi capanni con un piccolo recinto adiacente.

Nessun cane toccatore riuscirebbe a sopravvivere in quelle realtà, sia per sua aggressività, poco tollerata dagli altri cani da lupi, sia perché diventerebbe facile cibo per i predatori. Non dev’essere comunque dimenticata anche la necessità di mantenere più uomini presenti vicino alle pecore, pronti ad intervenire contro gli attacchi improvvisi possibili in ogni parte della giornata.

 

E’ unico anche il perenne stato d’allarme che mantengono i pastori in ogni momento della giornata, ci è capitato più volte di dover interrompere le nostre conversazioni a causa di alcuni cani che abbaiavano direzionati su un lato della montagna. In quel caso i pastori abbandonavano il loro discorso cercando di avvistare cosa potesse accadere e in una di quelle volte, dove il sospetto era più elevato, non esitarono a correre in aiuto dei cani che stavano abbaiando incessantemente. In quel caso si era trattato solo di un falso allarme, ovvero di due cani del gregge vicino che avevano sconfinato dal loro territorio e quindi immediatamente respinti dai loro vicini.

 

Un'altra cosa molto curiosa è il comportamento dei cani da pastore, colgono ogni occasione della giornata per riposarsi, coricati in strategiche posizioni stabilite dal branco: appena possono cadono in un apparente sonno profondo.  Nessuno di quei cani gioca o si stanca inutilmente, ogni minima energia viene conservata per i momenti dove l’assenza di forza e resistenza potrebbe risultare fatale per la loro sopravvivenza. Come accade nell’uomo, il duro lavoro li forgia nel fisico e nella mente trasformandoli in animali eccezionali, molto equilibrati ed istintivi. Nessuno ha mai insegnato a quei cani a fare il “seduto”, il “terra” o il “resta” ma è sufficiente che il padrone si avvicini che loro fanno tutto spontaneamente, cercando di capire cosa voglia da loro. Ad esempio, se una pecora è impossibilitata a seguire il gregge per problemi fisici o altre indisposizioni, uno dei cani si prenderà spontaneamente cura di lei.

 

Molto istruttivo è invece ammirare il “rude” rispetto che hanno i pastori per il forte carattere dei loro cani.

Ho assistito ad una scena di un pastore che voleva mostrarci i denti di un suo soggetto, visto che ci stava spiegando l’importanza dei canini, il più possibile simili al lupo. Iniziò ad avvicinarsi ad uno dei suoi cani che stava dormendo e provò ad aprirgli la bocca, questo gli ringhiò e quindi lui lasciò perdere. Passò ad un altro e fece lo steso tentativo, anche questo non volle. Solo un terzo, accucciato a poca distanza, acconsentì di essere disturbato nel suo riposo e di aprire la bocca per esibire i suoi canini. Il pastore fu completamente indifferente a queste reazioni di disappunto (..immagino invece cosa sarebbe accaduto da noi: sicuramente un comportamentalista se ne sarebbe dovuto immediatamente occupare!); noi chiedemmo il perché alcuni cani non volevano farsi toccare la bocca e lui ci rispose che non sapeva, forse erano stanchi e volevano riposare o erano semplicemente indolenziti per qualche recente scaramuccia. Nessun allarme particolare, perché i cani erano equilibrati, si trattava di “grandi” lavoratori e quindi potevano tranquillamente non essere d’accordo con quanto gli stava proponendo il loro padrone. Come avviene negli uomini, chi ha carattere, non accetta ogni cosa che gli si proponga! E quindi tutto ciò può avvenire anche con gli animali, visto che non sono nemmeno in grado di capire la nostra spiegazione di certi atteggiamenti.

Chi crede che il cane debba sempre vivere sottomesso all’uomo, oltre a non essere un amate degli animali, non sa cosa significhi gestire animali di carattere!

Invece in questi ambienti tutto viene tranquillamente tollerato dai pastori che non credo siano secondi a nessuno nel conoscere l’affidabilità dei loro soggetti, visto che hanno deciso di affidargli il loro unico patrimonio.

 

Non per ultima è la personalità di questi animali e la gelosia di quanto stiano custodendo. Laszlo mi ha raccontato che quando alcuni cani sconfinano nel loro territorio, il branco locale corre innanzitutto ai confini con un primo abbaiare di avvertimento. Successivamente si porta vicino agli intrusi e se questi accettano di scappare, null’altro accade. Se però, magari per via di una femmina in calore, l’insistenza continua, iniziano combattimenti all’ultimo sangue fra i maschi rivali che non solo finiscono spesso con la morte degli intrusi, ma può addirittura accadere che il branco decida di cibarsene in parte. E per quanto possa sembrarvi strano, vi prego di crederci perché alcuni anni fa mi capitò di assistere ad un simile avvenimento.

 

E’ stata nuovamente una bella esperienza, anche se l’amico Fabrizio che mi ha accompagnato non so se ci tornerà ancora o se anche lui deciderà di lasciami solo in queste mie “avventure”. Nonostante fosse solo Novembre, faceva già molto freddo, mai più dei -3/4 °C di giorno e -10°C la notte.

Fra quelle montagne di divertimenti serali ce ne sono veramente pochi, dopo le 17,00 viene buio e quindi si va a dormire presto dopo tanto freddo preso durante il giorno. Se non c’è il calore, e un po’ di pazzia, della passione per quel mondo dimenticato, è molto difficile interpretare quelle occasioni come momenti di distrazione o piacevoli vacanze ma se invece tutto questo c’è, allora si accetta di mangiare una sola volta al giorno e stare fra i pascoli fino alla sera.

 

So benissimo che la curiosità di chi mi segue da vicino è quella di sapere se ho trovato quel cane che cercavo: l’ho trovato e sembra veramente forte, inoltre ha un fisico eccezionale capace di far appassionare anche più esigenti di morfologia! Ma attualmente è lui è ancora laggiù, in quel “posto ingrato”, legato ad una grossa catena e  quindi, “per scaramanzia”, non voglio aggiungere altro né sbilanciarmi prima di averlo visto al lavoro vicino agli altri miei “maestri” della guardia. L’unica cosa che posso dire è che ha 3 anni e che ho conosciuto personalmente anche il padre, grande guardiano ed una madre da 6° Livello “molto rosso”.

Se il destino vorrà, presto sarà con me ai piedi delle “mie”montagne Marittime dove anche qui il freddo non scherza e qualche “lupetto” si aggira nei boschi.

 

E’ ormai arrivato l’inverno e stamattina era tutto gelato, quindi si ricomincia con la vita più difficile fino alla nuova primavera.

 

 

 

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