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ASIA : …è nella botte piccola che si trova il vino buono!
Alcune settimane fa ho ricevuto dall’Est la proposta di acquistare alcuni cuccioli che dovranno nascere prossimamente dall’accoppiamento di un maschio che conosco molto bene, con una nuova femmina che è stata scelta per lui. Vi garantisco che se non avessi conosciuto quel maschio, dalla foto che ho ricevuto (visibile sotto), non avrei saputo distinguere qual’era il “Mister” e chi era la “Miss.”, tanto che lei è robusta! Riuscite forse a capirlo voi?

L’allevatore è un amico, una brava persona e nonostante io avessi scelto volentieri per me i 2 più piccoli dalla scorsa cucciolata, nati dal’accoppiamento di quel maschio con una sua buona femmina di carattere, che è poco più della metà di quella in fotografia, mi ha suggerito di accaparrarmi anche qualche soggetto proveniente da questa fattrice, perché in futuro la tendenza sarà quella di produrre cani sempre più alti e pesanti.
L’altro giorno mi sono imbattuto casualmente nello standard del cane da Pastore dell’Asia centrale che ha aggiornato l’ENCI, l’Ente Nazionale della Cinofila Italiana al 09/02/2011, dovendosi attenere alle disposizioni della FCI - Fédération Cynologique Internationale. Con grande stupore ho letto, ORIGINE: Russia (Regioni dell’Asia Centrale) - PATROCINIO: Russia.
Prima mi sono chiesto: “Ma cosa c’entrano i pastori nomadi che vivono in Turkmenistan, quelli che fanno pascolare da millenni le loro pecore nel Karakum Desert protette dagli autentici cani aborigeni e la Russia?”.
Poi sono andato a cercare la Russia su Wikipedia ed ho trovato quanto segue: “Come principale successore dell’Unione Sovietica, la Russia è ancora uno stato con una forte influenza politica, specialmente all’interno della CSI, che comprende tutte le ex repubbliche dell'Unione Sovietica tranne le tre repubbliche baltiche, Lettonia, Estonia e Lituania, occupate fino al 1991 e la Georgia uscita nel 2008, l’Armenia, l’Azerbaigian, la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan, la Moldova, il Tagikistan, il Turkmenistan, l’Ucraina (paese membro non partecipante) e l’Uzbekistan”. Allora ho capito che la politica internazionale era entrata anche nei cani!
Ma siccome di tutti i loro impicci, né a me e né a questi meravigliosi animali, non interessa assolutamente nulla, allora vorrei raccontarvi questa storia che viene dall'autentico continente medio asiatico, lasciando in disparte ogni tipo di altra influenza.
La prima volta che andai in Turkmenistan, fui portato anch’io a vedere un po’ di “elefanti” che i Russi avevano già introdotto anche laggiù e stanno commercializzando in tutto il mondo come autentico “cane da pastore dell’Asia centrale”. Poi conobbi alcuni personaggi famosi nel mondo assurdo dei combattimenti, i principali “guru” turkmeni della razza, ma poi presi in disparte il mio amico Abdulla e gli spiegai il perché mi ero ostinato di venire in Turkmenistan, nonostante tutte le difficoltà che avevo dovuto incontrare per poterci entrare. Io non avevo speso quella considerevole cifra di denaro per rimanere in città a vedere edifici di marmo bianco e statue dorate del presidente, visitare musei e fabbriche di tappeti turkmeni e qualche cane chiuso in gabbia, bensì io volevo capire un po’ meglio chi era il vero cane da pastore dell’Asia centrale. Abdulla prima sorrise e poi mi disse che io non avevo altri permessi che ci avrebbero consentito di inoltrarci nel cuore del deserto, ma avrebbe cercato comunque di accontentarmi in qualche modo.
Infatti la sera seguente ebbi la possibilità di incontrare a cena, organizzata in una tipica yurta, un ragazzo (nella foto alla mia sinistra) che attualmente viveva in città ma che i suoi nonni facevano tutt’ora i pastori nel distretto di Tejen, dove i Turkmeni pensano sia nato il primo utilizzo del cane da pastore locale.

Questo ragazzo parlava molto bene l’inglese (meglio di me) e dopo avermi provocato per circa un’ora con strane domande che mi poneva con il sorriso "sotto i baffi", iniziò a raccontarmi: “Oggi, anche qui in Turkmenistan, molti dei nostri cani nascono da femmine che partoriscono vicino alle case o addirittura nelle gabbie degli allevamenti. Attualmente i pastori cercano già di legare la femmina gravida vicino alle case dove vivono le mogli ed i figli che se ne possono occupare, questo per ridurre la moria dei cuccioli che diversamente sarebbe molto elevata. Un tempo la famiglia, i cani e le pecore, vivevano tutti alla diaccio nel deserto senza alcuna protezione da ogni avversità. Molto spesso le femmine partorivano dentro una buca che si scavavano nella sabbia del deserto, ma già il giorno dopo era necessario ripartire per compiere grandi spostamenti, in quanto le pecore si allontanavano per trovare ristoro fra quei pochi cespugli nati in quelle immense distese di sabbia. Non sempre i pastori potevano occuparsi della femmina che stava partorendo e la lasciavano sola per uno o due giorni prima di ritornare a riprenderla. Ed è proprio in Primavera, quando le femmine di cane partoriscono i loro cuccioli e le pecore i loro agnelli, che il velenosissimo cobra, si risveglia e si dimostra molto attivo ed affamato. L’odore di latte della madre e dei piccoli è un segnale che il serpente capta a lunga distanza, quindi non disdegna affatto di avvicinarsi alla cucciolata. Essendo i cuccioli appena nati della dimensione pari solo ad un roditore, potrebbero rappresentare un pasto interessante. Molte sono le femmine che alla vista del cobra iniziano ad abbaiare per cercare di spaventarlo, ma solo poche sono quelle che riescono ad ucciderlo senza subire l'effetto del suo letale veleno. Solo le più piccole e le più agili sono sempre riuscite ad afferrarlo alla testa con un morso per ucciderlo rapidamente. E solo quelle furono le femmine che riuscirono ad allevare i loro piccoli e permettere che la specie del nostro cane da pastore si potesse riprodurre nel tempo. E così funziona ancora oggi per tutte le femmine che vivono allo stato randagio che hanno sempre contribuito alla diversificazione del sangue del nostro cane da pastore. Il resto è solo opera dell’uomo moderno, ma che ai nostri pastori non interessa minimamente perché loro non vogliono cani da show, bensì soggetti capaci di proteggere realmente i loro greggi dai predatori”.
Poi, vedendomi interessato a quella storia, come un bimbo che ascoltava una fiaba dal nonno, aggiunse con il classico sorriso tipico di quel popolo: “Adbulla mi ha detto che nei prossimi giorni andrete a Turkmenabad, quindi dovrete passare vicino a Tejen, forse riuscirò a farti vedere una di quelle femmine. Mio nonno ne ha una a casa che ormai è vecchia e che non porta più spesso con il gregge, quella è stata la mamma di ottimi cani da pastore che lui utilizza ancora oggi ed è da quella linea di sangue che trovano origine molto dei nostri migliori cani da lavoro”.
Dopo alcuni giorni mi fecero vedere la femmina che potete ammirare nella foto qui sotto ed è specialmente da quel momento che capii chi era il vero cane da pastore medio-asiatico e che cercai di produrre per renderlo il più simile possibile a quello aborigeno di un tempo.

Altra scoperta che feci durante tutte le mie prove di selezione fu anche quella che, prediligendo il loro carattere, le femmine più forti si rivelavano sempre le più piccole e questo mi confermò che cosa mi aveva raccontato quel ragazzo in Turkmenistan quella sera, non poteva che essere l’assoluta verità.
In ogni caso anche lo standard internazionale della FCI parla chiaro su quale dev’essere il dimorfismo sessuale: “I maschi sono più massicci e coraggiosi (?) delle femmine, con garrese più pronunciato e una testa più larga”.
Almeno questo andrebbe rispettato da tutti che, senza farsi prendere troppo la mano solo perché oggi i cani giganti sono diventati di moda e quindi più facilmente vendibili, dovrebbero contenere il più possibile almeno la pesantezza delle femmine, badando piuttosto al loro carattere che si manifesta sempre più blando nonostante risulti fondamentale nelle future prestazioni della prole.
Completamente diversa è invece la storia di ASIA, una femmina nata cinque anni fa da Zhanna, una piccola ma eccellente figlia di Burka.
Pietro, il suo proprietario, è un ragazzo che vive in provincia di Roma con la sua splendida famiglia, composta da moglie e due bimbe, che fin da piccolo è stato nel mondo dei cani.
Forse sarà per questo che bada alla sostanza e non solo all'apparenza!
Lo conobbi parecchi anni fa, stava uscendo da una brutta esperienza con un maschio di pastore dell’Asia centrale che era grande quanto un cavallo, mangiava come un bue ma dormiva tutto il giorno. Mi ricordo ancora quando mi chiamava allora, io lo riconoscevo subito perché si presentava dicendomi: “Sig. Ezio buongiorno, sono Pietro da Nettuno!”. E di li partiva parlandomi di come avrebbe voluto il suo cane ideale!”.
Proveniva da un mondo cinofilo diverso da quello del cane da guardia e quindi era convinto anche lui che il carattere si potesse costruire con l’addestramento, spesso mi diceva: “A me basta una femmina di seconda scelta caratteriale, poi ci penserò io a lavorarla per farla diventare come desidero, ho dei buoni amici del settore”.
Io avevo appena rilevato una cucciolata non nata dai miei riproduttori, gliene parlai, la richiesta in denaro era molto contenuta perché stravo solo preoccupandomi di aiutare quella persona a sistemarli. Gli dissi che non avrei potuto dargli nessuna garanzia sul loro carattere, i genitori erano molto blandi, ma che i cani erano comunque belli, sani e quindi poteva valerne la pena rischiare. Cercai di dargli la femmina più sveglia, la più piccola della cucciolata, ma purtroppo il carattere non saltò fuori manco a morire, perché dentro quella femmina non c’era nulla e Pietro si trovò in casa il secondo cane da pastore dell’Asia centrale che la guardia non sapeva manco cosa fosse.
Era già un po' demoralizzato, quando poi un giorno mi chiamò ed io gli dissi: “Mi è nata una femmina che ha un occhio marrone e l'altro un po' celeste, se la vuoi te la vendo per poco, di quella ti posso dare tutte le garanzie caratteriali che tu stai cercando!”.

La verità è che allora non ero ancora stato in Asia centrale e mi basavo solo su quanto sostenevano gli “esperti” occidentali che invece vedevano quel particolare come un grave difetto, mentre in quei pascoli esotici il cane con due occhi differenti è addirittura considerato portatore di grandi qualità caratteriali e quindi preferito.
Cane aborigeno con occhi bicolore da me fotografato in Tagikistan.

Scoprii ancora in futuro che anche in alcuni lupi esiste questa caratteristica degli occhi bicolore e quindi è logico che sia presente anche nei cani.
La mia ignoranza di allora, fu la fortuna di Pietro che con “un cocomero ed un peperone” si portò a casa una delle mie cucciole migliori. Oggi non capiterebbe più perché considero quei soggetti una rarità, sempre che ovviamente mi dimostrino il loro relativo carattere.
Sono comunque molto felice che questa fortuna sia capitata a Pietro, oltre ad essere un “malato” di cani come me è anche un buon amico, ogni volta la sua ospitalità nei miei confronti è quasi imbarazzante. I genitori della moglie hanno un ristorante-pizzeria in periferia di Nettuno e ad ogni occasione mi preparano pranzi "da nozze", oltre che ospitarmi in una camera con ogni confort. Le figlie di Pietro mi adorano, vogliono sempre sapere ogni cosa sui cani e sui lupi. L’altra mattina, pur essendo a casa da scuola, si sono addirittura alzate alle 7,00 solo per potermi salutare prima della partenza. Magari diventeranno due cinofile di qualità, come ce ne sarà sicuramente bisogno in futuro, per bilanciare un po' tutte le assurdità che si stanno ormai creando anche nel mondo dei cani.
Leggendo sempre i miei articoli, Pietro non aveva mai fatto provocare una sola volta la sua femmina in tutti questi cinque anni, come aveva allevato al naturale tutti i suoi pastori, aspettando la loro maturità e poichè erano cresciuti in una parte del giardino non troppo visibile dall’esterno, non aveva mai avuto l'occasione di verificare come se la sarebbero cavata.
Non appena mi sono avvicinato al grande recinto dove si trovava ASIA, pur essendo con il suo maschio, ho subito capito di che pasta era fatta ed ho detto a Pietro: “La femmina è veramente forte, ancora di più di quanto immaginassi!”.
Il maschio di Pietro è anche un ottimo guardiano, diffidente, molto bello e di buon sangue ma, come si rivelava già da cucciolo, non ha raggiunto l’eccellenza. Abbaia, ringhia e si attacca alla rete ma nulla di più.
ASIA è un’altra storia, lei è il cane che gli avevo promesso quando aveva solo 3 mesi. Ho chiesto a Pietro di togliere il maschio, in quanto a volte le femmine di dimostrano molto irruente solo perché si sentono protette dal compagno, l’ho testata da sola ed ho constatato cosa avevo immaginato. ASIA morde con molta determinazione qualsiasi cosa gli si inserisca nella recinzione, gli ho messo un pezzo di legno trovato nei paraggi e me l’ha strappato dalla mano con impressionante velocità.
Anche se dovrà superare regolarmente il test previsto dalla Federazione Italiana Cani da Guardia, non esito già ora a considerarla un 6° livello rosso FICG, che per una femmina è più che il massimo, visto che può considerarsi accettabile per la riproduzione anche solo un 4° livello.
Nonostante non fosse necessario, in quanto non è sicuramente la prova del cane vicino al padrone che manifesta il carattere del vero cane da guardia, gli ho chiesto di prenderla al guinzaglio e di uscire nel cortile. Con la coda alta come una bandiera, ASIA mi puntava con aria di sfida e senza alcuna distrazione, nonostante la sua esile struttura, Pietro riusciva a stento a trattenere i suoi slanci finalizzati ad azzannarmi, ogni volta che cercavo di avvinarmi a lui.
Devo dire che una femmina a quei livelli è assolutamente all'altezza di alcune che io ho in allevamento e Pietro può essere il testimone vivente che i miei cani, se cresciuti in famiglia con amore e seguendo alla lettera i miei consigli, come ha fatto lui, possano dare eccellenti risultati nella guardia, pur rimanendo dei veri “coccoloni” in famiglia, come nel caso di ASIA che è sempre stata una dolce compagna di gioco delle sue due bambine.
Chi continua a sostenere che io addestro i miei cani per ottenere i risultati evidenziati nei filmati che pubblico, dice una delle tante falsità che continuano a circolare per non ammettere il mio lavoro di raffinata selezione caratteriale che svolgo da anni ma, come in questo caso, sono proprio i miei clienti ad esserne la più lampante delle smentite.
Specialmente ASIA non ebbe mai modo in tutta la sua vita, prima di questa occasione, di dover difendere il territorio ed io, come sempre, mi sono limitato a filmare la sua reazione senza nessuna provocazione particolare.
Non dimenticatevi mai che in un cane da guardia non è mai importante la sua grossa "carrozzeria", bensì il "motore" che possiede all'interno. E quello di ASIA vi assicuro che è di alta cilindrata!
Clicca QUI per vedere il VIDEO di ASIA.
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