IL CANE PASTORE TURKMENO
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15/08/2013 - STORIE VERE SUI CANI DA GUARDIA (Video 5)



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KARAKELL : ....una giovane fattrice di antiche qualità!

Anche se la mia più grande passione per i cani di questa razza, la provo per i maschi non troppo grossi ma agili e di forte carattere, non posso negare che il successo del mio allevamento sia dovuto innanzitutto alle femmine che sono riuscito a selezionare in questi anni e dalle quali ho ottenuto ottimi cuccioli che oggi lavorano come guardiani di qualità in numerose ville italiane.

 

Nonostante abbia già cresciuto alcuni dei miei cuccioli maschi fino ad ottenere guardiani di grandi qualità caratteriali, come ad esempio Skorpion, preferisco dedicarmi alla ricerca di soggetti da lavoro già adulti e con un carattere forte già formato dall’esperienza, meglio se provenienti da autentici pastori, esplicitamente audaci, astuti ed ostili nei confronti di chi non conoscono. Ogni volta che ne trovo uno da acquistare e portarmi a casa, inizia per me un altro esame da superare.

Non c’è nulla che mi stimoli di più nella cinofilia che dover trovare il sistema per entrare in sintonia con un nuovo soggetto adulto che mi è appena arrivato in allevamento. Sono giorni che mi assento da ogni cosa e la mia famiglia ormai lo sa, in quei momenti che definirei meravigliosi, vengo completamente assorbito dallo studio del nuovo cane e fin quando non riesco a portarlo la prima volta in passeggiata, la quotidianità mi scivola addosso senza che manco me ne accorga. Mi addormento alla sera pensando a lui e mi risveglio con la sola curiosità di come sarà una nuova giornata alla conquista della sua fiducia. I cani diffidenti mi affascinano molto perché, al contrario degli uomini, non si lasciano mai attrarre dalle parole che gli si possono dire nel tentativo di convincerli a desistere dalla loro ostilità. Prima di cedere ad un approccio, vogliono prove concrete da parte del nuovo padrone, lo studiano a lungo e in quei moneti è necessario non commettere troppi errori, viceversa il tempo per la socializzazione tenderà ad allungarsi ulteriormente.

Lo “spessore” caratteriale del cane adulto appena acquistato, lo capisco già subito la mattina seguente del suo arrivo. Se il cane mi aspetta nel recinto, tutto impettito e pronto alla sfida, senza troppe intenzioni di accogliermi, allora penso: “Ci siamo, sta per iniziare una nuova avventura!”. Se invece si manifesta subito scodinzolante e propenso a nuove amicizie, provo una grande delusione perché non era sicuramente quello il cane che volevo portarmi a casa.

 

Invece le femmine preferisco crescermele da piccole, senza acquistarle da terzi ed è proprio su di loro che ho sempre messo a frutto tutta la mia esperienza cinofila, per cercare di scegliermi quelle che potessero diventare in futuro le mie migliori fattrici. Per chi, come  me, seleziona i cani in base alla loro predisposizione al lavoro di guardia, possedere buone femmine è fondamentale anche se capirle da cucciole non è sempre così facile, specialmente nella valutazione del loro coraggio. La buona femmina da guardia non è quella che richiede tante giustificazioni del suo padrone, tipo: "Adesso ci sono io quindi si lascia avvicinare, essendo giorno non abbaia, reagisce solo di notte!" E molte altre favole che si sentono spesso in giro e che mi fanno semplicemente sorridere. Quelle che ormai adulte, continuano a manifestarsi indifferenti alla presenza degli estranei, sono semplicemente "mezze femmine" ed è molto difficile che sapranno riprodurre cuccioli con gli attributi idonei ad un vero cane da guardia.

 

Quale fosse stata un tempo la loro morfologia in Asia centrale e come dovrebbe essere oggi la statura ideale di quelle da produrre in allevamento, l’ho capito subito visitando centinaia di cani da pastore nel continente medio-asiatico che lavoravano coi greggi o molto più semplicemente osservando cosa ottenevo dalla mia selezione.

Burka era la più minuta delle sorelle, ma la più forte di carattere, io l’accoppiai con Kimè che era più di 80 cm al garrese, con Ogan che era 70cm ma molto massiccio, con Zar e con Annibal, anche loro alti non meno di 80 cm al garrese e cosa mi accadde? Che selezionando le più forti di carattere, coraggiose e predisposte alla guardia della proprietà, mi ritrovai con tutte fattrici almeno 5 cm più piccole della madre e ancora meno molossoidi di lei. Per me, tutto il resto è semplice teoria priva di significati pratici.

 

Negli ultimi 10/15 anni, il sistema moderno di concepire la cinofilia è stato responsabile di seri danni arrecati a molte razze di cani da lavoro, specialmente su quelli che un tempo erano i cani destinati alla custodia dei greggi, come ad esempio il cane da Pastore dell’Asia centrale. Alcuni cambiamenti sono stati responsabili della perdita quasi totale del loro carattere originale, mentre altri della loro efficienza fisica.

In tutti i miei viaggi che ho fatto fra i pascoli dell’Asia centrale posso dire di non aver mai incontrato cani di dimensioni molto importanti, alcuni maschi si presentavano anche piuttosto alti al garrese, ma di struttura assolutamente poco massiccia, quindi molto idonei al lavoro. Specialmente quest’anno, in Kazakistan, visitando alcune fattorie dove erano stati reintrodotti recentemente alcuni soggetti di nuova generazione, più massicci e provenienti da allevamenti, notai molte importanti differenze rispetto a quelli aborigeni dei pastori nomadi che si trovavano in altura con i greggi.

 

 

I primi si manifestavano molto affaticati e sofferenti alla permanenza prolungata nella steppa, dove il caldo del sole si faceva sentire e l’acqua non era mai abbondante. Erano poco attivi, si muovevano il minimo indispensabile ed erano sempre in cerca di un cespuglio dove poter riposare, spesso con la loro lingua completamente esposta nel tentativo di ristabilite la temperatura interna ormai più alta del normale.

 

 

Mentre i secondi, quelli più leggeri dei veri pastori, oltre ad essere capaci di compiere distanze chilometriche nelle regolari transumanze senza dar segni di stanchezza, rimanevano anche più di un giorno legarti ad una catena sotto il sole, spesso senza nemmeno potersi dissetare, continuando attivamente a svolgere il loro lavoro di guardiani.

 

Però, tutto sommato, il lavoro del maschio di cane da pastore, quando è al pascolo, non è mai di continuo movimento ed è abbastanza normale vederli riposare all’ombra con occhio vigile sulle pecore, specialmente rivolgendo grande attenzione al contino lavoro delle femmine che instancabilmente girano fra il gregge per controllare ogni cosa, tenendo tutto sotto controllo e verificando che nessun predatore stia organizzando un agguato. Questo è il regolare lavoro delle femmine di cane da pastore, sono loro a muoversi molto di più, qualcuno sostiene addirittura che siano dotate di un udito ed un olfatto molto più raffinato dei loro compagni e questa potrebbe essere la ragione perchè anche nel lavoro di guardia alla proprietà, sono quasi sempre loro a dare per prime l’allarme. Solitamente invece i maschi risparmiano energie che potrebbero poi manifestarsi molto utili in caso di scontro con chiunque mettesse a repentaglio la sicurezza del gregge.

 

Quindi, una delle doti più essenziali per una femmina di cane da pastore, è sempre stata nella storia del cane, quella di possedere un fisico poco pesante che le consentisse di muoversi rapidamente nei pascoli senza stancarsi mai e poter arrivare rapidamente in ogni angolo per controllare qualsiasi eventuale situazione di pericolo.

Mi è quasi impossibile comprendere perché invece, oggi, sia così facile imbattersi in femmine d’allevamento di cane da pastore dell’Asia centrale addirittura molto più grandi di quanto siano i maschi aborigeni dei pastori che lavorano ancora oggi nei paesi d’origine, è un vero paradosso anche se completamente tollerato dalle federazioni cinofile che sono ormai tutte rivolte ad una valutazione astratta della morfologia canina.

 

Anche la coppia di biologi americani Lorna e Raymond Coppinger, nel loro libro “DOGS”, citano testualmente quanto segue: “I cani grossi come i San Bernardo ed i Terranova sono facili ai colpi di calore nelle lunghe passeggiate ed è molto difficile che cani del genere possano sopravvivere in una transumanza nel Mediterraneo. Nella prima giornata calda, a questi cagnoni di 50 e passa chili scoppierebbero i vasi sanguigni del cervello. La maggior parte dei cani che abbiamo visto nella transumanza andavano dai 25 ai 40 chili”.

 

Credo sia quindi ragionevole considerare che un buon fisico per una femmina di cane da pastore di qualsiasi razza, non dovrebbe mai superare i 35, massimo 40 Kg., invece molte di “moderna” selezione hanno ormai superato di gran lunga i 50 e andranno ancora oltre. Ho appena ricevuto una mail da un allevatore dell’Est che mi ha detto di avere scelto di non fare il pedigree ad alcuni dei suoi cuccioli in quanto oggi, a soli 70 gg., si manifestano ancora troppo piccoli rispetto ai fratelli. Tutto questo senza la minima valutazione di quello che potrà essere il loro carattere, gli istinti primari e la predisposizione al lavoro.

 

Il problema è che questa situazione è tacitamente tollerata ormai da anni da qualsiasi istituzione in quanto, più i cani diventeranno grandi di taglia e più aumenteranno le probabilità delle loro patologie, vera manna per le cliniche veterinarie e case farmaceutiche che hanno fondato sulla irragionevolezza dei “cinofili” moderni il loro business miliardario.

 

 

KARAKELL nacque da una numerosa cucciolata di Tejen x Annibal e tenendo conto che Tejen è figlia di Burka x Kimè, stiamo parlando di una femmina che contiene la miglior genetica di cani da guardia che io abbia incontrato fino ad oggi, ovunque abbia orientato le mie ricerche.

 

 

La chiamai così perché la sua testa nera mi ricordava vagamente il mitico GARA-KELLE (o Kara-kelle : testa nera). Però decisi di togliere la “e” finale, tanto per non mettermi anch’io in quella scia speculativa di chi ha sempre giocato sull’equivoco dei nomi che presenziavano sui pedigree.

Alcuni mesi dopo andai nel deserto del Karakum, in Turkmenistan e raccontai ad alcuni pastori questa mia iniziativa di togliere la “e” finale dal nome della mia femmina. Tutti si misero a ridere a crepapelle e la mia guida mi disse che come l’avevo pronunciato io, significava “testa pelata” ed io non capii mai se era vero o semplicemente si stavano divertendo prendendomi in giro”.

 

Con o senza la “e”, KARAKELL aveva solo pochi giorni di vita quando, entrando una sera nella capanna dove avevo sistemato la madre per il parto, emise un “tenero” ma significativo abbaio per avvisare della mia presenza indesiderata. La cosa non si ripeté molte altre volte, ma già quella mi bastò per capire chi sarebbe probabilmente diventata in futuro.

 

Per svariati motivi KARAKELLE raggiunse un anno d'età senza che io riuscissi ad occuparmi troppo di lei e durante il suo primo periodo di crescita, mi limitai a nutrirla, portandola qualche volta in passeggiata. Lei diventò così "signorina" rimanendo sempre in una grande recinzione, in compagnia di un’altra sua coetanea con la quale giocava tutto il giorno, senza preoccuparsi di altro.

Anche se io conoscevo benissimo le sue rare qualità e ricordavo la sua prematura reazione che aveva avuto quella sera, KARAKELL non diede subito grandi segni di insofferenza quando venivano dei visitatori in allevamento.

Spesso arrivavano amici e clienti e vedendola così indifferente mi dicevano: “E di quella che te ne fai?” Io rispondevo: “Credo di tenermela come fattrice, ma adesso non è ancora il momento di metterla al lavoro!”.

Loro mi guardavano con un’espressione meravigliata ed i più confidenti esclamavano: “Quella? Ma se non muove un’unghia! E' difficile che possa diventare come gli altri”.

La realtà era che lei stava crescendo in una recinzione confinante sia con il padre Annibal che con l’autorevole madre Tejen e quindi non aveva ancora mai osato dire la sua. Situazione che spesso si crea quando uno dei miei cuccioli, anche se fortissimo di carattere, è costretto a maturare in compagnia di un altro soggetto adulto e quindi dominante.  

 

Poi venne il momento che io decisi di metterla al lavoro, la tolsi dalla retroguardia e l’abbinai ad un maschio come Kayman che a dispetto della sua imponente corporatura, ha il grande pregio di essere molto tollerante con le sue compagne che lo coadiuvano nella guardia. Bastarono poche ore a KARAKELL per capire il motivo per cui l’avevo cambiata di postazione e già a fine giornata non era più così tanto d’accordo che gli estranei s’avvicinassero alla proprietà che stava custodendo.

 

 

Oggi KARAKELL è una delle migliori fattrici che io possegga, è ancora molto giovane ma già dotata di grande maturità caratteriale. Ha già anche figliato una volta con Kayman ed ha prodotto cuccioli di tutto rispetto, sia maschi che femmine che seppur ancora giovanissimi, stanno già mettendo in evidenza il loro carattere di futuri guardiani di valore.

 

Vederla sfrecciare nel cortile che le ho affidato per la guardia, mi ricorda le femmine che ho ammirato più volte a scorazzare come gazzelle nei pascoli dell’Asia centrale. Leggere, agili ma estremamente efficaci.

 

 

KARAKELLE è “sottile” dove serve, tanto da renderla molto rapida nei movimenti, ma se la si osserva nel collo e nella parte anteriore del busto, non è difficile immaginare la potenza che possa esprimere nelle sue reazioni.

 

Durante la sua crescita ha maturato grande esperienza di branco e non conosco maschio che l’abbia saputa sottomettere facilmente.

 

 

Dotata di un fiuto incredibile e udito sopraffino, è praticamente impossibile coglierla impreparata nella difesa del territorio. E’ una femmina molto equilibrata ma, non appena s’accorge di una minaccia, si scaglia contro senza troppe esitazioni. Credo abbia preso l’agilità del padre Annibal e la determinazione della madre Tejen che per coraggio, è ancora superiore a Burka, anche se apparentemente appare più composta e meno aggressiva.

 

 

Sono molto soddisfatto di KARAKELL, anche per la totale devozione che riserva ogni giorno ai miei familiari, vederla così affettuosa con tutti noi ed in ogni occasione, compreso durante il parto, mi rende quasi incredulo ogni volta che la vedo a trasformarsi, in meno di un secondo, in una vera guerriera contro chiunque ritenga un pericolo.

 

Cliccare QUI per vedere il Filmato di KARAKELL.

 

 

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