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AMBRA: …il risultato di un binomio ideale!
Il motivo perché i pastori aborigeni dell’Asia centrale non utilizzarono mai cani molto alti e pesanti, come oggi si vedono spesso in circolazione, è molto semplice: non esistettero in tutta la storia della razza!

Il cane deriva da un’evoluzione spontanea di alcuni lupi che si addomesticarono nei secoli per ragioni di sopravvivenza e non credo quindi che sia così difficile capire quale dovrebbe essere la sua altezza ed il suo peso ideale, basterebbe documentarsi sulle proporzioni del lupo in Asia centrale per capire in quali parametri ci si dovrebbe muovere per la selezione dei riproduttori. Ma la media dei cinofili è fatta di sognatori che vivono preferibilmente di leggende piuttosto che di realtà, in quanto oggi l’utilizzo del cane da lavoro si è ridotto all’osso, mentre è in continuo aumento quello da bellezza e da compagnia.

Un tempo, in Asia centrale, nessuno nutriva regolarmente i suoi cani in quanto dovevano sopravvivere con gli scarti del gregge: placente, agnelli morti, avanzi di macellazione e sterco del gregge. Inoltre, quando i cani da pastore se la vedevano ogni notte con le aggressioni del lupo, sarebbe stata la loro condanna se il pecoraio li avesse “viziati” con pasti regolari, si sarebbero indeboliti troppo rispetto alla tenacia che sviluppava il lupo selvatico con la sua vita indipendente nella foresta, piena di incognite e sofferenze.

Esistevano anche cani più alti di statura, ma assolutamente poco massicci nella loro costituzione, in quanto un soggetto pesante non sarebbe mai stato in grado di sopravvivere ad una vita così dura com’è tutt’oggi quella del pascoli nel continente medio asiatico.
Poi tutto cambiò, i greggi diminuirono a dismisura, il business delle pecore si ridusse al minimo anche laggiù, mentre quello dei cani grandi, grossi e pesanti, introdotti dai Russi in tutto il mondo (anche in Asia centrale), continua a crescere tutt’oggi, tanto da popolarne le esposizioni di bellezza ormai alla pari di altre razze.
Anche se quanto scriverò, spesso non piace molto agli appassionati della razza, ma la realtà è che oggi, un buon cane da pastore dell’Asia centrale da lavoro, è quasi più facile trovarlo fra i pascoli della Transilvania che fra quelli della stessa Asia centrale.

Perché? Per una ragione molto semplice.
Ormai, da parecchio tempo, la foresta della Transilvania è stata considerata dall’Unione Europea un bene ambientale da conservare e regolamentare, cosa che ha portato il governo rumeno a vietare le uccisioni dei lupi, mentre in alcuni stati dell’Asia centrale, come ad esempio il Kazakistan ed il Kirghizistan, la caccia ai lupi costituisce ancora addirittura una forte attrazione turistica. Attualmente, ci sono branchi di lupi in Transilvania così numerosi e distruttivi che non è facile trovarli presenti in qualsiasi altra parte del mondo, compreso nei vari parchi americani e questo costringe molti pastori locali ad avvalersi di consistenti mute di cani per difendere i greggi che pascolano ai bordi della foresta. Mentre, in alcuni stati dell’Asia centrale, dove ci sono più lupi, qualsiasi pastore è dotato di un fucile e può sparare liberamente al predatore che si avvicina al gregge, come esistono ancora dei i veri e propri “cacciatori di lupi” che li uccidono per poi vendere a caro prezzo i “trofei” a molti turisti che provengono da ogni parte del mondo per visitare le capitali.

Quindi si è verificata questa strana inversione di necessità.
Prima dei nuovi provvedimenti europei, in Romania, era più facile uccidere il lupo e quindi sono andati a perdersi lentamente i migliori cani autoctoni locali capaci di proteggere il gregge, mentre oggi che ne esiste nuovamente l’esigenza, sono stati importati cani da pastore da altri paesi per introdurli fra i greggi, dove hanno ricominciato una selezione naturale dovuta alle difficoltà del lavoro nei pascoli.

Conosco personalmente un pastore della Transilvania che alcuni anni fa, perse più di una decina di cani da pecore, uccisi e mangiati per intere dai lupi durante l’inverno.
In ogni caso, anche in Romania, specialmente vicino alle grandi città, è facile incontrare cani da pastore dell’Asia centrale importati dalla Russia con dimensioni pari un vitello, lenti come un bradipo e di scarso carattere, ma certamente non sono quelli che possono lavorare in montagna con i pastori della Transilvania adattandosi alla vita difficile del gregge. In pratica, esiste anche laggiù la stessa differenza presente in Italia fra il pastore Maremmano-abruzzese allevato negli allevamenti e quello dei pochi pecorai rimasti.
Viceversa, nel continente medio asiatico, dove in effetti è nata la razza, oggi la pastorizia è diminuita drasticamente perché la popolazione locale è alla ricerca di una vita migliore e più redditizia presso le realtà molto emancipate che stanno nascendo rapidamente nelle capitali.
Ashgabat, capitale del Turkmenistan

Inoltre è ancora possibile, in quasi tutti gli stati del continente, uccidere i lupi con le armi da fuoco, quindi risulta sempre più difficile trovare pastori che utilizzano ancora gli autentici cani da lupi, preferendo invece soggetti di taglia più piccola, più frugali e meno impegnativi nella gestione.
E’ invece molto più facile trovare Russi che allevando cani da pastore da vendere in tutto il mondo agli appassionati delle esposizioni cinofile, paghino loro il pecoraio perché tenga qualche soggetto fra le pecore, tanto da rendere più affascinate l’intera vicenda e fare delle fotografie più affascinanti.

Quest’anno, con l’amico Roberto di Brescia, abbiamo visto scene davvero patetiche, ovvero cani di taglia grande e pesante che erano nati negli allevamenti di città e poi introdotti in alcuni greggi presenti nella steppa. Al primo spuntar del sole, iniziavano disperatamente la ricerca di un cespuglio per godere di un po’ d’ombra, visto che già alle undici del mattino, si riparavano dal sole e respiravano con fatica con una chilometrica lingua di fuori. Ma in Asia centrale, dove i ricchi sono ancora pochissimi, con 10 dollari è possibile orchestrare qualsiasi “messa in scena” utile da vendere a chi abita le città occidentali a migliaia di chilometri di distanza e preferisce vivere credendo nelle leggende. Mentre laggiù, trovare degli autentici cani aborigeni è sempre più difficile, anche se poi gli allevatori occidentali possono raccontare quello che vogliono al pubblico che li segue.

Alcuni anni fa, dalla prima cucciolata di Burka, una delle più piccole delle sorelle, nacque Orsa, non molto alta, ma con un carattere esplosivo. Lo stesso padre di Orsa, dotato anche lui di grande temperamento, era molto lungo di tronco (grande qualità per un cane da pastore, piuttosto basso e proveniva a sua volta da un maschio ancora più piccolo, ma di rara potenza e determinazione nella guardia.
Orsa mi diede sempre cani di grande carattere ma, specialmente le femmine, non superarono quasi mai la sua statura, indipendentemente da quale maschio avessi utilizzatp per la monta.
Una cosa simile avvenne anche con l’accoppiamento di Burka con Kimè che era almeno 80 cm al garrese, le femmine più forti di carattere, tipo Tundra e Tejen, non arrivarono mai alla statura della madre, nonostante il padre fosse così alto.
Una mattina presto, in Transilvania, vidi per la prima volta il mio attuale Kayman, era un gigante che si muoveva con un’armonia mai vista prima (oggi purtroppo è gravemente ammalato).
Viveva in una fabbrica in disuso, legato ad una catena, sporco di polvere e fra le sue lordure. Era molto irritato nel vedermi entrare nella sua proprietà e si dimenava minacciandomi, sbattendo le sue poderose ganasce, oltre a muoversi abbastanza rapidamente, nonostante la sua mastodontica statura. Il mio primo pensiero fu subito: “Ma povera bestia, a cosa stai facendo la guardia? Vivi in condizioni così pietose!”.
Eppure lui difendeva il suo territorio con grande dignità e determinazione, come fosse abitato in una reggia!
Non era il cane che cercavo, la sua statura era fuori dalle mie ambizioni, ma mi fece una gran pena. inoltre aveva un buon carattere forte, intuissi il suo equilibrio e decisi di acquistarlo ugualmente, nonostante il suo prezzo lievitò subito a dismisura, rispetto alla richiesta vantata sugli abitanti locali, non appena il proprietario capì che me lo volevo portare in Italia.

Nel frattempo che aspettavo la sua consegna, feci una ricerca più approfondita sulla genealogia di Kayman e scoprii che possedeva alcuni antenati in comune al mio amato Kimè e quindi le speranze su cosa avrebbe potuto riprodurre, iniziarono ad aumentare.
Il mio primo pensiero fu subito quello di provarlo con le mie fattrici, volendo ereditare da lui alcune delle sue caratteristiche più esclusive, come l’infinita bontà con i famigliari, totale affidabilità in ogni situazione, grande equilibrio con gli altri cani ma, poiché non mi era mai accaduto prima, non pensavo che sarebbe riuscito ad elevarmi anche la statura delle sue figlie. Avevo già sperimentato altri stalloni di forte carattere come Ogan, Kimè, Iran, Zar, Annibal, Taleban e molti altri ancora, alcuni erano alti, ma, selezionando il carattere non mi era ancora mai accaduto di produrre femmine simili a Burka nelle sue dimensioni, mentre alcuni maschi si erano avvicinati all'altezza del padre.
Un’idea che spesso viene in mente a molti cinofili, ma che non porta a nulla, tranne in pochissime eccezioni, è quella di accoppiare un maschio enorme, anche se un po’ tonto (..praticamente quelli che fanno la guardia solo quando non ci sono gli estranei presenti!) ed accoppiarlo con una femmina più piccola di maggiore temperamento. Il banale desiderio sarebbe quello di ottenere cani grandi e grossi come il padre e con il carattere simile alla madre, ma la miscela funziona poco, viceversa la selezione caratteriale sarebbe cosa per principianti, quando in realtà, per raggiungere dei risultanti caratteriali costanti, è necessario per anni un sofisticato lavoro di selezione e non sempre basta ancora....
Orsa fece il primo calore ed io l'accoppiai con Kayman, stranamente la cucciolata andò bene, fu una delle poche volte che questa mia fattrice “esplosiva” si occupò con pazienza dei suoi cuccioli. Nacquero alcune femmine e due maschi, quasi tutti di forte carattere.

Una di queste era AMBRA, sorella di Ara ed Atena, due attuali fattrici famose per le loro prestazioni.
La cucciolata cresceva così omogeneamente che presi addirittura un abbaglio, in positivo. Una signora di Bologna che allevava gatti, venne da me perché gli dessi la femmina più innocua che avevo, visto che possedeva già un mio fortissimo maschio e di guardia ne aveva d'avanzo. Io gli dissi subito che non avrei saputo individuarne facilmente una “molto pacioccona” come voleva lei, ma poi scelsi AMBRA perchè era la meno spavalda e snel giovane branco si esprimeva raramente, sembrava la più apatica e non mi era mai capitato di vederla reagire ad uno dei miei test di verifica. Gliela proposi e lei l'adottò innanzitutto perché le piaceva molto esteticamente.

Passò solo una settimana, prima che mi chiamasse per dirmi che “forse” mi ero sbagliato, in quanto la piccola AMBRA mostrava già i denti a tutti i suoi clienti che venivano a visitare l’allevamento di gatti. Passarono alcuni mesi, fin quando un giorno, un veterinario che entrava da sempre in quel giardino, senza curarsi di lei, passò un brutto spavento e quindi decidemmo insieme che alla “pacioccona” era meglio trovarle una proprietà dove potesse esprimere le sue spiccate, quanto inattese, caratteristiche di abile guardiana. Nel frattempo, tanto per rendere più intrigata la vicenda, AMBRA si era già prematuramente accoppiata con il suo maschio e quindi decidemmo ovviamente di aspettare lo svezzamento dei suoi piccoli.
La prima volta che la incontrai, quando aveva poco più di un anno, AMBRA mi dimostrò subito la sua totale avversione, tanto più che stava ancora occupandosi dei suoi cuccioli di poche settimane. Ma la cosa più interessate fu constatare che anche lei, come mediamente le altre sorelle, erano arrivate ad una statura simile a quella di Burka e questo poteva essere solo merito di Kayman che era riuscito a conferire a tutta la cucciolata un fisico più alto della madre, pur mantenendo costante il carattere ed un buon livello di agilità.

Oggi AMBRA vive a Lecce, da Rocco e Chiara, siamo proprietari a metà delle future cucciolate e voi non immaginate quanto carattere abbia saputo trasmettere fin ora a quasi tutti i suoi cuccioli.

E’ un piacere osservare con quanta grinta AMBRA sappia difendere la sua proprietà: è agile come una gazzella, diffidente come un lupo ed affettuosa con i suoi famigliari come il più affidabile cane da compagnia.
Sua madre ORSA, anche se in ogni cucciolata mi ha sempre fatto sospirare, posso veramente classificarla come la mia più Grande "piccola fattrice”, i suoi figli (vedi Skualo!) hanno sempre dimostrato un temperamento sopra ogni mia aspettativa, tant’è che anche AMBRA che avevo sottovalutato da piccola, oggi affronta l’estraneo quasi alla pari di uno dei miei maschi.
Non è facile trovare femmine come lei che sappiano dimostrare così tanto temperamento, agilità, voglia di lavorare, pur essendo di struttura imponente.
In passato, qualcuno sostenne che non ci sarei mai riuscito ad ottenere cani forti di carattere, ma anche piacevoli morfologicamente, ovvero secondo quanto stabiliva lo standard (?!).
Eccoli: era solo questione di tempo!
Partendo dal carattere, si può anche arrivare gradatamente alla morfologia che si desidera, mentre puntare solo sulla bellezza si conclude poco, in quanto questa è la legge della Natura che seleziona per capacità e non sicuramente per estetica.
Cliccare QUI per vedere il Filmato di AMBRA.
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