IL CANE PASTORE TURKMENO
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08/12/2016 - WILD: …diffidente come un lupo di montagna! (VIDEO)



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Quando un partecipante ai miei corsi mi chiede quale dovrebbe essere il “carattere ideale” di un buon cane da guardiania Anti Lupo, solitamente rispondo: “Il più possibile simile al lupo, per intuirne ogni strategia di predazione e per sentirsi in grado di affrontarlo in caso di necessità, ma altrettanto domestico e pacifico con gli animali che deve custodire!”. Non credo però che un cane di tali qualità sia mai esistito. Sul carattere del cane da pastore, sia di quello idoneo a custodire il bestiame dalle razzie dei predatori, sia dell’altro (completamente diverso) capace di proteggere una famiglia dalle intrusioni dei malviventi, ho impiegato la maggior parte delle mie energie in campo cinofilo di questi ultimi 15 anni. Spesso rifletto sul fatto che possano essere stati proprio i lupi o altri predatori a causare questa incredibile selezione caratteriale del cane da pastore, tanto da permettere solo ai migliori di riprodursi nel tempo. E’ ovvio che mi riferisco ai cani da pastore che si sono riprodotti al fianco delle greggi in ambienti naturali e non alle migliaia di cuccioli prodotti oggi nelle gabbie degli allevamenti: le caratteristiche di questi ultimi equivalgono pressappoco a quelle dei cani da compagnia di qualsiasi altra razza.

 

 

Con il ritorno del lupo sulle nostre montagne, c’è chi ha adottato alcuni cani da guardiania perché voleva realmente difendere il proprio bestiame e conservare il raffinato lavoro di selezione svolto negli anni, mentre altri hanno inserito qualche cane nel gregge solo per incassare i contributi previsti dalle amministrazioni per chi iniziava a farne uso. Chi sale negli alpeggi dove il pericolo di perdere il bestiame si ripresenta ogni autunno con vari tentativi di predazione da parte dei selvatici, è sempre alla ricerca di migliorare la genetica dei propri cani. Fin quando i lupi non fanno sul serio, qualsiasi cane va bene per difendere un gregge, anche solo una femmina che qualcuno decide addirittura di sterilizzare per non dover affrontare l’incombenza dei calori, quando invece si portano gli animali a pascolare in una zona dove vive un branco di selvatici ben organizzato, anche un cospicuo numero di maschi molto coraggiosi potrebbe rivelarsi insufficiente.

 

 

Il buon cane da guardiania Anti Lupo deve manifestarsi, sin dai primi anni di vita, molto geloso degli animali che custodisce e quindi altamente intollerante nei confronti di tutti gli altri animali che si avvicinano al gregge o alla mandria che sta proteggendo.  Anche una spiccata diffidenza nei confronti di tutto ciò che non conosce è una buona caratteristica per un cane che debba occuparsi di proteggere il bestiame; per un cane da guardiania Anti Lupo la diffidenza non è mai troppa, visto che va contrapposta alla grande astuzia di cui è dotato il lupo nel mettere a segno le sue predazioni. Il cane molto diffidente ha sempre timore di essere preso di sorpresa da un qualsiasi pericolo e questa caratteristica fa maturare in lui una continua necessità di ispezionare in anticipo il territorio verso il quale si sta orientando il gregge durante il pascolo. I cani molto diffidenti e ostili a tutto ciò che  si avvicina al bestiame, sono animali che funzionano molto bene negli alpeggi di montagna più isolati, dove tra l’altro la pressione del lupo si fa anche sentire con più insistenza, mentre gli altri più confidenti e meno aggressivi sono indicati a pascoli a minor rischio di predazione, poiché più urbanizzati. Se il pastore pretende di poter usare gli stessi cani in situazioni ambientali completamente differenti, non otterrà mai i risultati desiderati e la gestione dei suoi cani risulterà sempre molto complicata e poco soddisfacente. I cani più intolleranti presenteranno seri problemi di gestione nei pascoli ubicati nelle vicinanze dei centri urbani o troppo vicini alle strade di forte passaggio, così come gli altri saranno quasi inutili per difendere il gregge in certe montagne dove il rischio di predazione è molto elevato.

 

Questa è l’unica realtà che conoscono molti pastori che ho avuto modo di intervistare nelle varie parti del mondo in cui mi sono recato per studiare a fondo il carattere dei cani da guardiania Anti Lupo ed è anche la stessa che ho avuto modo di constatare personalmente durante il lavoro che svolgo da tempo al fianco di greggi che sono protette dai miei cani.

 

 

Nella mia vita trascorsa in continuo contatto con molti pastori ho imparato a fare una netta distinzione fra il “pastore" che possiede un gregge di pecore ma ne affida la gestione ad un pecoraio e quello che ha scelto invece di occuparsene direttamente, affrontando ogni sorta di difficoltà e sacrifici, inevitabili per chi vive a contatto con gli animali. A prima vista si potrebbe pensare che sia figure simili, poiché entrambi sono proprietari di un gregge di pecore ma in realtà, se si frequenta con assiduità gli ambienti della montagna, si capisce presto quale differenza colossale esista fra queste due tipologie di allevatori di bestiame. Chi è "solo" il proprietario di un gregge, senza occuparsene personalmente, anche se magari ottiene dallo stesso un profitto economico più soddisfacente, poiché impiega le sue energie per capire come far fruttare al meglio gli animali che possiede, non impara quasi nulla di quanto possano insegnare la montagna e la Natura. Per contare i profitti e sbrigare le pratiche amministrative non è necessario possedere particolari doti fisiche: ci si può permettere qualsiasi tipo di vizio, compreso quello del fumare, del bere e del mangiare in esagerazione.

 

 

Il pastore che invece vive con il gregge tutto l’anno, affrontando ogni sorta di intemperie, occupandosi di risolvere i tanti problemi che si presentano, costretto a salire e scendere quotidianamente dai pendii al fianco dei suoi animali, per poi rimanere gran parte della notte sveglio per il pericolo dei lupi, trascorre la sua vita in una quasi “divina” quiete della Natura che, nel tempo, finisce col diventare la sua migliore “Maestra”. Molto spesso accade addirittura che riesca a trasformare il pastore in un individuo mentalmente più evoluto rispetto ad altri uomini, anche se magari incompreso e difficilmente inseribile negli schemi della nostra società modernizzata.

 

 

Il vero pastore impara a diventare un “pensatore” e a meditare sul vero significato della vita terrena, così come a trovare rapidamente una soluzione a tutte le difficoltà che si presentano ogni giorno. Il vero pastore non può permettersi di fare troppi errori nella gestione dei suoi animali, né tanto meno di trascurare la sua forma fisica (mangiando, fumando e bevendo in eccesso), poiché la montagna rappresenta una reale fatica quotidiana da dover superare con un fisico prestante, così come un costante pericolo da dover affrontare con grande ponderatezza.

 

Chi oggi fa ancora il pastore alla “vecchia maniera”, ovvero è il proprietario dei suoi animali e se li accudisce in prima persona, anche nel periodo dell’alpeggio quando sale con loro per “sfidare” la montagna, già al primo approccio emana un carisma del tutto particolare e spontaneo (ben diverso da chi si imporvvisa pastore solo per farsi notare dai turisti di passaggio e vendere qualche formaggio).

 

 

Gilberto, il proprietario di WILD, un cane da pastore dell’Asia centrale che lo affianca in ogni istante della giornata durante lo svolgimento del suo lavoro, è un autentico pastore che gestisce ancora il suo gregge come si faceva un tempo.

 

Quest’anno, Gilberto è vissuto per mesi, da solo con i suoi animali, in una malga di montagna sulle alture di Gressoney (AO), nei pressi del Passo di Valdobbia che si trova a 2480 metri di altitudine. Un luogo completamente inaccessibile ai mezzi motorizzati: per arrivare allo stazzo è necessario percorrere a piedi un lungo ed impervio sentiero roccioso che consente di trasportare le provviste solo a spalle, all’interno di uno zaino o legate al basto di un mulo.

 

 

Il giorno in cui sono andato a trovarlo, come nulla fosse, Gilberto è sceso rapidamente a valle per raggiungere il paese che si trova a poco meno di 1400 metri, per poi risalire un’altra volta per accompagnarmi nel luogo in cui pascolava il suo gregge. Chi mi conosce, sa che io me la cavo abbastanza bene in montagna, anzi, quasi tutti lamentano sempre il mio ritmo sostenuto, in questo caso invece, devo ammettere di aver faticato non poco a mantenere il passo scandito da Gilberto, con la differenza che lui saliva tranquillamente, chiacchierando, raccontandomi del suo cane e dei lupi, senza manifestare la minima fatica, mentre io avevo il cuore in gola e, a malapena, riuscivo ogni tanto ad interromperlo con qualche domanda!

 

 

Non appena arrivati in altura ho avuto modo di rincontrare WILD, un figlio di Lucky e Shogun I° che gli avevo ceduto alcuni mesi prima per aiutarlo a difendere il suo gregge.

 

Che cane che è diventato dopo qualche mese di alpeggio in alta montagna!

Ancora molto giovane (poco più di un anno e mezzo) ma già astuto e diffidente come un lupo, intollerante nei confronti di chiunque si avvicini al suo gregge, pur non manifestandosi particolarmente aggressivo con l'essere umano.

 

 

Per sicurezza, Gilberto preferisce dotarlo di una museruola durante il giorno per rassicurare i turisti che passano nei paraggi con lo scopo di raggiungere un rifugio poco lontano ma, a dire il vero, non ce ne sarebbe bisogno poiché lo scopo di WILD non è quello di mordere l’uomo, bensì solo quello di tenere lontano gli animali che potrebbero mettere in pericolo l’incolumità delle capre che custodisce. WILD corre su e giù tutto il giorno lungo i pendii di quelle alture per tenere ogni cosa sotto controllo, è impossibile avvicinarlo per una carezza se non si è il suo padrone e, pur non attaccando l’estraneo, abbaia e ringhia minaccioso tenendo chiunque a distanza, tranne Gilberto per il quale dimostra una devozione quasi commovente.

 

Gilberto è un brav’uomo al quale la montagna ha insegnato molte cose, per prima quella di rispettare la Natura e gli animali che la compongono. Prova grande attaccamento per il suo gregge ed estremo rispetto sia per i cani che lo aiutano che per i lupi che costituiscono una minaccia al buon svolgimento del suo lavoro.

 

 

WILD ha la fortuna di vivere al fianco di un autentico pastore e di lavorare come vero cane da gregge, allevato senza il minimo vizio ma, in compenso, potendo godere di tanta libertà. Nessuno ha mai pensato di  insegnare a WILD come sedersi o coricarsi a comando né tanto meno a riportare ripetutamente la pallina appena lanciata, ...anche perché non lo farebbe! WILD è un cane Anti Lupo, non può abbandonarsi a certe frivolezze, il suo compito è molto più serio e anche potenzialmente pericoloso: lui deve seguire il suo gregge cercando di proteggerlo in ogni occasione.

 

 

Gilberto mi ha raccontato che, durante i mesi dell’alpeggio, WILD e gli altri due cani che lo aiutano a radunare le capre, si sono nutriti solo con qualche sacco di pane e i resti di una mucca e di due capre morte in alpeggio. Nulla di strano per il mondo degli autentici pastori: hanno sempre allevato così i loro cani fin dai tempi più antichi! Mi ha raccontato che, inizialmente i cani da gregge hanno mangiato tutte le interiora dell’animale morto, poi la carne, per finire con le ossa masticate pian piano fino all'ultima, né più né meno di come fanno i lupi: ecco perché certi cani sono in grado di tenere lontani i predatori! Immaginare di poter contrastare i lupi con dei cani nutriti a crocchette, sembrerebbe un po’ troppo utopistico. E che cani diventano con questa alimentazione naturale! Sia WILD che gli altri due da conduzione sono animali che scoppiano di salute, offrendo prestazioni nel loro lavoro quotidiano, ben oltre alla media di altri cani che vivono in città.

 

 

La mia visita ai pastori, ai quali il nostro CISCAL – Centro Italiano Selezione Cani Anti Lupo dona spesso i suoi soggetti per aiutarli a difendersi contro i predatori, risulta sempre molto istruttiva qaundo si tratta di pastori veri. Molti sono proprietari di un gregge ma di pastorizia e montagna capiscono ben poco, per loro allevare pecore o capre è un mestiere come un altro, potrebbero allevare galline o “coccodrilli”, l'importante è far fruttare la loro attività e cercare di ottenere qualche contributo in più.

 

 

Questo non è invece il caso di Gilberto, il quale di contributi non ne ha ancora mai vista nemmeno l’ombra ed ha preferito il gregge solo come appagante, anche se dura, scelta di vita, accompagnato dal suo WILD che lo segue ovunque lui vada!

 

Cliccare QUI per vedere il filmato di WILD e del gregge di Gilberto.




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