IL CANE PASTORE TURKMENO
sikurt - sicurezza abitativa anticrimine
 
12/04/2011 - Il Pastore dell'Asia Centrale ''VERO'', da dove proviene?



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IL TURKMENO – 349 33 35 668 – www.pastoredellasiacentrale.comwww.canidaguardia.com

Essendo l’Asia centrale un continente molto grande e composto di più stati, quando parliamo di cane da Pastore dell’Asia Centrale, è spontaneo porsi la domanda, da dove possa provenire quello “vero”, il “più autentico” e FORSE il migliore per la guardia delle nostre case.

 

Com’è facile pensare, in Asia centrale, le popolazioni vissero, fino a pochi anni fa, ai margini della civiltà, oppressi dalle svariate tirannie governative e completamente isolati da l resto del mondo. La pastorizia era, generalmente, uno dei pochi mezzi di sussistenza ed i loro cani, gli unici strumenti di lavoro.

 

Indipendentemente dal gran parlare che si fa oggi, fra gli appassionati della razza, nessuno saprà mai, in effetti, dove nacque il primo cane con le caratteristiche del Pastore dell’Asia Centrale. In base, a dei reperti ritrovati, si è voluta assegnare la paternità al Turkmenistan, che l’ha “golosamente” accettata e riconosciuta, decretandolo “patrimonio nazionale”, tanto da vietarne severamente ogni forma d’esportazione. Nel mio recente viaggio in Turkmenistan ho appreso che l’unica possibilità per far “uscire” un Alabay (ovvero un loro cane da Pastore dell’Asia centrale) è quello di munirsi di un certificato governativo che decreti che il soggetto in questione non è di pura razza, bensì un meticcio. Mi diventa quindi molto difficile credere cosa si legge su molti siti inerenti alla razza di cani “portati” dal Turkmenistan ed oggi riconosciuti dalla F.C.I.

 

La verità è poi è che di coloro che selezionarono questo cane, in antichità, non è rimasta che polvere, qualcuno si è recato sul posto e si è fatto fotografare vicino a qualche mussulmano al pascolo, con un po’ di pecore, altri esibiscono disegni inerenti a varie conformazioni craniche, ma tutto ciò, non basta per decretarne i parametri d'autenticità su una razza così antica e lontana da noi.

 

Oggi, per “esperto di razza”, s’intende chi misura, alle esposizioni di bellezza, le altezze, le angolazioni, giudica la chiusura dei denti, etc.. ma i veri esperti di razza erano coloro che selezionavano questo cane per l’utilizzo primario, ovvero la protezione della pastorizia. Nessun turkmeno, afgano, uzbeko, kirghistano, ecc, non si sognò mai, di acquistare un cane per le angolature, le misure e tanto meno per il peso! A loro servivano cani utili nella battaglia contro i lupi che, ogni sera, facevano razzie e quando la sventura voleva che rimanessero in difetto di cani, se ne procuravano altri scambiandoli, spesso, con alcuni capi di bestiame. Nel mio recente viaggio nelle terre d’origine, ho ammirato incantevoli paesaggi, scoperto tradizioni molto diverse ed ascoltato svariate storie e teorie di pastori che utilizzano ancora questi cani, ma per capirne la reale provenienza, non è sicuramente sufficiente parlare con i vari abitanti del posto, senza dubbi, molto più attratti dalla modernità che del passato faticoso! In tutte le parti del mondo che ho visitato e sono parecchie, ho sempre incontrato abitanti del luogo intenti a guadagnare il “moderno” denaro, cercando di vendere ai turisti, qualsiasi cosa per originale ed autentico! Mi ricordo, quando avevo la casa in Egitto, i beduini organizzavano il “te nel deserto” per i turisti che arrivavano a frotte, ogni settimana, accompagnati dai tour operator, ma in effetti, i fatidici beduini, abitavano in normalissimi appartamenti, partivano dietro ai bus, pieni di turisti, con la loro automobile, si cambiavano velocemente trasformandosi in pastori locali e durante i vari rituali, bastava dicessero che un oggetto era fatto con osso di cammello, che tutti, enfatizzati dal silenzio del deserto e dalla penombra del tramonto, se lo compravano, ..avessero detto osso di mucca “e chi li voleva?!” Dopo di che, i gitanti, ritornavano tutti in albergo, entusiasti e raccontando le loro esperienze, convinti di aver capito la cultura beduina. Ho cercato di farmi raccontare dai Masai della Tanzania, le loro strategie per battersi contro i leoni, ma il loro interesse era accaparrarsi un paio dei miei Rey-Ban, simile ai miei! Ho visto capi villaggi della Tailandia più tribale, veramente innervositi per un guasto alla loro televisione! Quindi, non credo sia così facile, tramite le popolazioni attuali dell’Asia centrale, risalire alla vera storia del cane da Pastore dell’Asia Centrale. E’ ovvio che ognuno dica che il loro è quello originale.

 

Oggi, molte informazioni, su questi cani, ci provengono dai russi, in quanto ex-sovietici e dominanti di queste antiche popolazioni. Loro ci hanno sempre raccontano quello che gli faceva più comodo, morfologia compresa. I russi hanno selezionato il “loro” cane da Pastore dell’Asia Centrale, con l’intento di farne un business in esclusiva mondiale: bello, possente, riconosciuto dalla Federazione Cinofila Internazionale, premiato oggi in esposizione per l’aspetto imponente, ma che a me non ha mai convinto per niente e non credo che sarebbe mai stato scelto per il lavoro, un tempo, dai pastori indigeni locali. Qualche Ucraino, ha provato ad andare contro corrente, alla ricerca della verità, ma poi si è adeguato a ciò che è attualmente premiato dai giudici di gara. Oggi qualche allevatore dell’Est e di conseguenza anche alcuni europei ed italiani, hanno deciso che certi soggetti sono “veramente originali” più di altri e provenienti dal Turkmenistan, di minor valore sarebbero quelli del Kirghizistan o dal Kazakistan, etc.. devo dire che, ultimamente, quelli che vanno più di moda, sono di provenienza “Kagika” e “Siberiana”! Intanto, cambia poco, la stragrande maggioranza di questi cani, “mangiano, bevono e dormono” tutto il giorno, nelle gabbie dei vari allevamenti europei ed ogni tanto, vanno a farsi un giro, nelle esposizioni della domenica. Molti cuccioli acquistabili su internet, dai paesi dell’Est, provengono da fattrici che vivono e partoriscono nei soggiorni delle abitazioni, dove solitamente sono le donne ad occuparsene che, con un po’ di dimestichezza su internet, sanno abilmente arrotondare lo stipendio del marito, con le varie cucciolate. Provate, a farvi inviare qualche fotografia, dicendo che volete acquistarne uno e vedrete cosa vi arriva! Solitamente, sono cuccioli grandi, quanto vitellini, più sono grandi ed hanno l’ossatura grossa e più costano, candidi come la neve e fotografati sul tappeto del salotto. Tutto questo, sarebbe ciò che hanno saputo tramandare i paesi dell’Est, sulla storia e tradizione del cane da Pastore dell’Asia Centrale?

 

Nonostante il mio recente viaggio in Turkmenistan e le amicizie che ho instaurato con alcuni abitanti di quelle terre, io non sono ancora in grado, sinceramente, di affermare se il Pastore dell’Asia centrale provenga realmente dal Turkmenistan o da altri stati dell’Asia Centrale.  Credo sia più ragionevole affermare che, anche in altri stati dell’Asia Centrale, venisse ugualmente impiegato un cane da pastore per la protezione delle greggi e che i rispettivi pastori locali, avessero la stessa abilità nel gestirli ed allevarli, lo stesso stile di vita e necessità d’utilizzo e che a quegli animali, non fosse prestata particolare attenzione nella riproduzione, né dato cibo, addestramento, etc.. Tutto ciò per radicata cultura, ...che in molti casi, esiste ancora oggi, ...basti guardare il loro attuale rapporto con le donne e figlie femmine!

 

Sono invece sicuro, di un fattore determinante per la mia selezione: che nessun pastore di tutta l’Asia centrale, non abbia mai avuto il minimo interesse, fino ad oggi, nel possedere un cane selezionato da guardia contro l’uomo, visto che non sono mai esistite proprietà private, tanto meno recintate. La maggior parte dei cani che ho visto in Turkmenistan, si lasciavano toccare facilmente da qualsiasi uomo sconosciuto.

 

Per gli abitanti di quelle terre, i vero pericoli incontrollabili, furono sempre i lupi, gli orsi, le jene, i varani ed altri felini grossa taglia. Ed è per questo scopo, che per centinaia d’anni, concentrarono tutta la loro abilità nell’individuare i soggetti migliori, indipendentemente dalla terra dove si trovavano. Ancora oggi, i pastori di tutto il mondo, tendono a scartare i cani, che aggrediscono l’uomo, in quanto sarebbe per loro, un motivo di continuo disagio.

 

Per misurare la potenza dei loro cani, si iniziò poi, chissà quando, a farli combattere fra di loro e di lì nacquero i tradizionali “combattimenti fra cani”, giustificati dagli intenti di severa selezione, ma sicuramente molto graditi dalle popolazioni locali come uno dei pochi passatempi e sorta di competizione agonistica e scommesse. Proprio quei soggetti, i più forti e vincitori, non hanno mai dovuto costituire pericolo per gli ammassi di persone che assistevano agli spettacoli, improvvisati su piazzali di fortuna. Spesso, i migliori, venivano poi contrattati, venduti, scambiati e tutto ciò fa presagire che chiunque, dovesse poterseli prendere al guinzaglio e condurli con se. Quindi, diffidenza contro l’uomo, molto poca! Ho visto più volte, durante il mio viaggio in Asia Centrale,  persone sconosciute ad avvicinarsi e toccare cani, feriti ovunque, dopo sanguinosi combattimenti senza che questi animali, nonostante molto stressati, accennassero a rigirarsi. Questo mi fa pensare ad una radicata ed estrema selezione della razza nel combattere contro gli animali, senza considerare mai l’uomo un avversario o nemico.

 

Quindi, attenzione a lasciarsi prendere dall’entusiasmo, quando si sente ad affermare dagli allevatori: “soggetto discendente da antiche linee di sangue turkmene, tagike, etc..”, tutto ciò non garantisce assolutamente “ottimo futuro guardiano” anzi, ammesso che sia vero, è probabile che se il soggetto, ha mantenuto ancora certe caratteristiche genetiche antiche, sarà, da adulto, un sicuro “ammazzacani”, capace di scodinzolare a qualsiasi estraneo, specialmente se in presenza del padrone, ..come molti cani che ho incontrato in questo mio viaggio in Turkmenistan.

 

L’originalità della razza, dal mio punto di vista, (molto latitante in soggetti di grande mole anche nelle attuali terre medio-asiatiche), è sicuramente un ottimo presupposto per importanti qualità come la rusticità, la frugalità, la longevità, la resistenza e combattività, ed altre caratteristiche indispensabili ad un buon cane da guardia ma da tutto ciò, alla garanzia che il cane proposto, da  adulto, saprà fare una buona guardia, c’è ancora molto da discutere.

 

Per ottenere risultati soddisfacenti, è ASSOLUTAMENTE indispensabile aver selezionato ed accoppiato, ripetutamente nel tempo, soggetti molto predisposti al lavoro specifico di guardia contro l’uomo e non solo contro i predatori.

 

Durante le mie cucciolate, osservo sempre ed attentamente il comportamento che hanno i giovani cuccioli, con altri cani più maturi che lascio, gironzolare attorno ai recinti. Ho notato che quando, qualcuno di essi, gli abbaia insistentemente, fin dalla tenera età, difficilmente si manifesta poi, da adulto, un cane con spiccate doti del guardiano. E’ facile che questa tipologia di cane, potrebbe diventare un buon cane da pastore, ma il nostro problema attuale, non sono i furti di pecore, bensì le rapine in villa notturne, con le percosse ai proprietari. Quindi, ci servono cani che sappiano andare contro l’uomo malintenzionato, con coraggio, tanto da consentirci di correre ai ripari.

 

Non è quindi assolutamente importante, per un buon cane da guardia, disquisire sulla sua provenienza d’origine. Uno stato qualsiasi, va benissimo. E’ importante, piuttosto, che provenga realemtne dall’Asia centrale ed abbia mantenuto le caratteristiche e dimensioni originali e non “miscelato”, anche in un passato molto remoto, con altri molossi, per aumentarne ed appesantirne la taglia.

 

Veramente fondamentale è invece, in quali condizioni ambientali sono stati cresciuti i suoi prossimi antenati, non quelli di cent’anni fa! Erano, cani da guardia? Sono vissuti in grandi proprietà, acquisendo spiccate doti territoriali? Fieri del loro lavoro o depressi nelle gabbie di un allevamento? Avevano l’agilità e le prestanze fisiche, di un vero cane da pastore o la lentezza del molosso costruito per bellezza? Si sono nutriti strappandosi la carne con i denti, sin da piccoli o ingurgitando quintali di crocchette? Hanno dovuto affrontare il gelo d’inverno e l’afa d’estate, dormendo all’aperto tutto l’anno o rinchiusi, la notte, nel garage delle abitazioni? Gli stalloni hanno dovuto farsi valere, per le monte, litigando con le loro femmine del branco o gli è stato sottratto lo sperma e inviato in provetta, a chilometri di distanza?

 

Questi ed altri fattori, costituiscono il vero marchio di qualità e sinonimo di garanzia REALE, affinché il vostro cucciolo, potrà diventare il tenace guardiano che auspicate. Non le leggende! I migliori cani da pastore dell’Asia Centrale, non provengono dalle terre più lontane, con i nomi più esotici e mal pronunciare, bensì da allevatori che sanno selezionare i soggetti finalizzati al lavoro preposto. Solo i “cagnari”, come i “cavallari” più scadenti, osano sostenere che un qualsiasi cane o cavallo possa essere impiegato a qualsiasi mansione: bellezza, lavoro, sport, etc.. ...purché pagato, subito ed in contanti! Gli addetti al lavoro, sanno invece che, pur selezionando per una sola mansione, si fa molta fatica ad ottenere risultati soddisfacenti, da promettere e mantenere al cliente.

 

Nella foto in alto, potete vedere due cani agili, con le caratteristiche dei veri cani da pastore, felici della loro esistenza, fieri del loro lavoro, ...sicuramente futuri riproduttori d’altrettanti soggetti, con le medesime caratteristiche. Quelli non vivono sugli altipiani del Turkmenistan, bensì nell’allevamento dei miei amici, fra le steppe della “banale” Ungheria. Questi sono gli unici personaggi che ho trovato, fra i miei viaggi, con le idee abbastanza chiare su come produrre cani da lavoro.

 

Quei pali, della grande recinzione che vedete in foto, costruita appositamente per lasciare i cane liberi di correre ed accoppiarsi, fra pecore e cavalli, da custodire dai furti degli zingari locali, sono stati, uno per uno, tagliati in un bosco “vero”, da una coppia di uomini “veri e semplici”, che hanno sudato “veramente”, con l’accetta fra le mani. Ecco, questo è un buon inizio per capire come produrre CANI VERI, in qualsiasi paesino sperduto del mondo, anche in Italia!

 

Il resto, rimane solo pura fantasia per chi ama più la CINOFILIA PARLATA, davanti ad un buon bicchier di vino, che i cani veri e propri.

 

 

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