IL TURKMENO – 349 33 35 668 – www.pastoredellasiacentrale.com – www.canidaguardia.com
Dalle stesse linee di sangue dei campioni di combattimento del Turkmenistan, derivano la maggior parte dei migliori cani da esposizione dell’Asia Centrale. E’ molto facile, parlando con gli allevatori ed appassionati del settore delle esposizioni, sentir citare nomi come: Ak Yekemen, Gara Yekemen, Gara Kelle (da non confondere con Kara-Kelle,) Akgus, Sary Yolbars, Gara Goz, Yyldyz, Sirhan, etc…
Anche in Turkmenistan, la taglia media dei cani impiegati nelle poche, ma esistenti, esposizioni di bellezza, sono solitamente di taglia molto più imponente dei soliti cani da combattimento. Attualmente, i medio-asiatici, hanno poco interesse per questo settore, probabilmente importato dai loro ex connazionali russi, ma c’è da augurarsi che anche in quelle terre, molti fanatici delle competizioni, inizino a trasferire il loro agonismo, dai combattimenti ai concorsi di bellezza. E credo che questo avverrà presto, per vari motivi.
Solitamente, i pastori aborigeni, cedono i loro soggetti maschi più robusti, agli appassionati di combattimento, in quanto loro danno poca importanza all’aspetto fisico, ma pretendono il “vero”coraggio di affrontare i predatori, coraggio di entità ancora molto superiore a quello di fare i gladiatori della Domenica, (dove il cane, dopo poche volte, capisce subito che, tranne un po’ di dolore, non metterà mai in gioco la sua vita, grazie alla protezione del suo padrone che sta a bordo del ring). Secondo lo stesso criterio, gli allevatori di cani da combattimento, quando un cucciolo è di dimensioni molto più imponenti, quindi senza spiccate caratteristiche del combattente, cercano un acquirente appassionato di morfologia e lo vendono volentieri, spesso anche a cifre molto interessanti. Non è comunque escluso che, un cane destinato alle esposizioni, possa poi da adulto, essere testato per i combattimenti ed iniziare anche quella strada. Come ho già detto, i medio-asiatici, sognano, da sempre, un cane grande e molto forte, che possa fare impazzire la folla dall’entusiasmo di vedere il “gigante gladiatore”!
Devo dire che i cani da esposizione, incontrati in Asia Centrale, a parte il loro carattere incompatibile alla mia concezione di cane, mi hanno entusiasmato veramente, per la loro eleganza e dinamicità. E’ difficile, laggiù, vedere cani grossi, muoversi con le stesse andature pesanti, di quelli che ho avuto modo di ammirare in molti nostri allevamenti europei. La stessa Mrs. Farida Bolkunova, grande esperta di morfologia in Turkmenistan, mi diceva che a causa di alcuni fattori, non ultima la difficoltà di poter esportare cani originali turkmeni, con il relativo documento di identificazione (per questo reato, si rischiano svariati anni di reclusione!), molti cani da Pastore dell’Asia centrale che si trovano nelle esposizioni di tutto il mondo, se di dimensioni molto grandi, sono incroci di Alabay, esportati al tempo dell’Unione Sovietica, con altri mastini esistenti fra le varie razze di cani. Lei sostiene che un vero Alabay, anche se di grandi dimensioni, deve mantenere sempre le giuste proporzioni ed elegante andatura, poiché derivante dallo stesso ceppo genetico di quelli più piccoli e da lavoro (pastorizia e combattimenti). Altro problema, per i cani da esposizione, realmente originali medio-asiatici, sono i documenti. Laggiù, pochissimi soggetti ne sono in possesso e gli stessi documenti ne vietano l’esportazione. Quindi, solo i cani con dichiarazione governativa, che non appartengono alla razza Alabay, possono ufficialmente uscire dal Turkmenistan e tutto ciò crea enormi problemi con i riconoscimenti della F.C.I. (federazione internazionale, a cui fanno capo quelle nazionali di tutto il mondo, tipo la nostra E.N.C.I.). Non è difficile, specialmente in Uzbekistan, nel mercato dei cani, presente nella capitale Tashkent, essere avvicinati da personaggi che propongono, lì in Asia Centrale, cani provenienti dalla Russia, regolarmente iscritti alla F.C.I. e quindi più facilmente regolarizzabili per le esposizioni internazionali. Ricordo che, nel mio incontro con il mitico allevatore di Ashgabat, Mr. Kakish Kyarizov, alla mia domanda: “Potrei avere i documenti ufficiali, che questo cane è un vero Alabay?” (..visto che la richiesta media, partiva da 2000$ in su!), lui, con la sua grande simpatia che lo caratterizza, mi rispose, con una fragrante risata: “Sì, volendo si possono anche avere, ma la vera garanzia sono io, tu dì che l’hai comprato da me e non avrai problemi, in nessuna parte del mondo!”. (Ovviamente, non credo che questo sarebbe stato possibile, vista la burocrazia sempre crescente, anche in campo cinofilo).
Il vero problema, della maggior parte di questi cani da esposizione, è il loro carattere che non consente di utilizzarli facilmente per il lavoro di guardia. Com’è visibile nelle fotografie, qualsiasi di questi cani, è subito entrato in confidenza con me, lasciandosi facilmente accarezzare, condurre al guinzaglio, nonostante non mi avesse mai visto prima. Non posso negare dia aver avuto, spesso, un po’ di timore, pensando a cosa sarebbe successo ad un estraneo, se avesse provato con uno dei miei, in me pensavo: “Se questa è l’eccezione che conferma la regola, sono spacciato!”
Sia gli allevatori, che i privati medio-asiatici, sono ovviamente dei grandi esperti, in materia di cani e non ostentano caratteristiche, diverse da quelle possedute dai loro soggetti. Se cerchi un cane da lavoro, ti parlano e dimostrano le caratteristiche di quella selezione, se cerchi un cane per le esposizioni, ti descrivono della sua bellezza, ti fanno notare le sue proporzioni morfologiche e ti invitano ad avvicinarti ed a toccarlo, in quanto intendono dimostrarti che tu non avrai problemi in futuro, quando lo porterai fra il pubblico, è molto difficile che ti dicano che un cane può fare tutto o si inventino potenzialità dell’animale che in quel momento non siano in grado di dimostrarti. Non dimentichiamo mai, che loro sono abituati ad organizzare immediatamente un combattimento con un cane di cui ne vantino le sue capacità in quel senso. (Ovviamente il combattimento avrà una durata molto limitata, tanto da dimostrarne solo la predisposizione a tal fine).
Io credo che, i vari soggetti selezionati in Asia Centrale per le esposizioni, oltre ad essere molto belli e proporzionati, anche se solitamente di grandi dimensioni, siano cani molto coraggiosi e se provocati, possano realmente creare seri guai a chi li abbia minacciati. Questo lo si nota, subito, dalla loro sicurezza nei movimenti e nel modo che ti guardano ed annusano. In effetti, il problema che non siano predisposti alla guardia, secondo me, sta proprio in questo fattore: sono troppo forti, sicuri di se ed amano tradizionalmente l’uomo, che non ha mai costituito, per loro, un pericolo. Provengono da cani da combattimento, che per generazioni, hanno sempre visto l’animale come la reale aggressione e l’uomo come colui che li ha nutriti e spesso salvato la vita, sospendendo la lotta in momenti di grave difficoltà oltre ad averli curati successivamente e continuato ad alimentarli, durante le fasi di inattività. Amano l’uomo, ancora di più dei cani da combattimento, in quanto sono allevati da persone molto più predisposte a prendersi cura di loro, possono giocare con i bambini, andare a spasso con la famiglia, cosa più complicata per i cani da combattimento, che solitamente rimangono chiusi nei box, tranne gli allenamenti. Incontrano spesso chi li accarezza nella loro proprietà e quindi non vedono alcun pericolo nell’essere umano che entra in casa loro e tutto questo, viene trasmesso, come sostengono anche i migliori allevatori turkmeni, dalla mamma, nel periodo della gestazione, ai suoi cuccioli, tramite il sistema nervoso. Sono quindi dei veri professionisti del ring: poco aggressivi con gli altri cani, in quanto più grandi e molto sicuri di se oltre ad essere molto predisposti al rapporto con l’estraneo, quindi senza alcun problema per chi li deve toccare, durante la fase della valutazione dei giudici e per le persone circostanti, sia partecipanti alla competizione, che facenti parte del pubblico. Credo siano i cani perfetti, che tutti i giudici professionisti, gradirebbero, nelle gare di bellezza. Molti allevatori sostengono addirittura che, quando un Alabay, soggetto di queste dimensioni è aggressivo con l’estraneo, non sia puro, ma abbia acquisito queste caratteristiche da incroci, avvenuti nelle precedenti generazioni. Loro non hanno mai avuto la necessità, in generale, della guardia contro l’uomo e tanto meno la concepiscono in questi soggetti, selezionati per combattere o per stare fra la gente nei concorsi di bellezza.
Di tutto ciò, ebbi alcune dimostrazioni pratiche, ricordo di un cane da esposizione, in un giardino interno alla casa di un benestante turkmeno nella città di Turkmenabat, (visibile nella fotografia, terza dall'alto) che fu fatto provocare da un altro soggetto da combattimento, molto più piccolo ( http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=601 ), ma molto aggressivo. Quello da esposizione, non accettò subito la sfida ma, poi, quando capì che potevano esserci reali pericoli, iniziò ad emettere un terrificante ringhio di petto, tirare in modo incontrollabile contro l’avversario, per iniziare lo scontro (non credo sarebbe durato molto contro quel soggetto, veterano del ring), trascinandosi facilmente, al seguito, il suo padrone. Per un momento calò il silenzio, io immaginavo già il peggio, ma l’inserviente che teneva il più piccolo, fu molto veloce ad uscire da quel cortile. Il cane più grande, si calmò subito e ricominciò, fortunatamente, a scodinzolare. Il suo padrone, fiero del suo splendido animale che aveva dimostrato anche il suo coraggio a combattere, mi chiamò soddisfatto, per fare una fotografia (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=600), insieme a lui ed allo splendido soggetto, tanto da regalarmi un ricordo della mia visita, in casa sua.
www.canidaguardia.com - www.canidaguardia.net - www.librisuicani.net
|