IL TURKMENO – 349 33 35 668 – www.pastoredellasiacentrale.com – www.canidaguardia.com
Come ho già scritto, in altri paragrafi, durante questo mio viaggio in Asia Centrale, ovvero in Turkmenistan ed Uzbekistan, non ho avuto l’occasione di incontrare molti cani da guardia, in quanto, per adesso, non ne hanno ancora l’esigenza ...e dei cani da difesa ne ignorano l'esistenza! Anzi, quando gli allevatori si accorgono che un cane è aggressivo contro l’estraneo, lo chiudono in un box appartato e si dimostrano spesso infastiditi del suo abbaiare, ai visitatori dell’allevamento. Solitamente, chi va da loro per acquistare un soggetto, lo vuole da combattimento o da esposizione e tutto quel baccano, non fa altro che infastidirli, mentre presentano le qualità dei loro soggetti. Ho avuto non pochi problemi, per fargli capire che io ero interessato solo a quella tipologia, ovvero a quei soggetti che non volevano saperne dell’estraneo.
Entrare in quegli allevamenti, senza sentire un cane ad abbaiare, mi metteva depressione e spesso prestavo più attenzione a singoli soggetti, meno belli, magari legati e dimenticati ad una catena in fondo al cortile, senza nessuna considerazione del proprietario, che si dimostravano però indispettiti dalla presenza di sconosciuti.
Qualcuno racconta che, solitamente, i cani aborigeni dei pastori del Karakum Desert, specialmente alcune femmine, siano anche molto aggressive con gli estranei, ma io, che principalmente sono stato nei vari villaggi, in città, presso privati ed allevatori, non ne ho viste, anzi solitamente ho notato fattrici molto sottomesse e tenute in modo poco decoroso (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=603). Ho avuto, invece, l’occasione di incontrarne alcuni maschi di Alabay, molto aggressivi con l’estraneo e come al solito, si trattava di soggetti di taglia generalmente contenuta, arti sottili, con teste più allungate, tendenti al lupoide. Solo uno, a Turkmenabad, era di taglia sostenuta ed oltre essere aggressivo con i cani, lo era anche con le persone, ma tendeva a non sottomettersi facilmente, nemmeno al padrone, che spesso si dimostrava molto titubante nel manovrarlo. In effetti, potrà sembrare strano, ma i medio-asiatici, che io ho conosciuto, si sono sempre dimostrati molto timorosi, nei confronti di cani che dimostravano aggressività contro gli uomini. Se mostravo interesse, per un cane che mi ringhiava alla rete, il mio amico turkmeno Abdulla, mi bloccava prontamente, dicendomi: “No, no! Mr. Ezio, came here, this dog, is crazy!” Ed io pensavo: “Sapessi, quanti ne ho, di “crazy”, a casa mia, e vorrei tanto che tu mi portassi a vedere solo quelli!”
Ho anche pensato che i cani mordaci, in passato, abbiano creato molti problemi alla gente di quei villaggi, viste le loro dimore senza alcuna recinzione ed ho visto, più di una volta, alcune persone lungo la strada, quasi sempre anziane, che cercavano di difendersi, col bastone (portato sempre appresso) da attacchi di cani randagi, meno male non Alabay. Credo quindi che la popolazione medio-asiatica, faccia di tutto, ancora oggi, per eliminare i soggetti che crescono dimostrandosi aggressivi con le persone.
Esiste anche in Turkmenistan ed in Uzbekistan, la tendenza, specialmente dei privati, di dire che i loro cani sono forti anche contro l’uomo e fanno la guardia solo se il padrone non c’è, spesso però si contraddicono con sporadici soggetti che loro stessi hanno nei cortili, legati alla catena o in box appartati e che si innervosiscono, anche in loro presenza. Ad ogni mia domanda: “Perché quello mi abbaia innervosito, mentre quell’altro, invece, dorme?” Le risposte sono state: “Perché è matto!” oppure “Perché proviene dalla linea di sangue di Albert” oppure “Perché è un cane che è cresciuto con i pastori del Karakum Desert e non è mai stato abituato ad incontrare estranei” oppure, la maggior parte delle volte, hanno alzato le spalle, senza darmi una risposta, …atteggiamento molto comune fra quei popoli, non abituati a porsi troppe domande, nemmeno per questioni esistenziali molto più importanti.
A quelli che dicevano che il cane era matto, ho solitamente chiesto di avvicinarsi ed ho notato che il invece il cane iniziava a scodinzolargli, con un’affettuosità sorprendente, molto superiore ai soliti soggetti selezionati per i combattimenti (quindi non era affatto matto!). A quelli che mi rispondevano che proveniva dalla linea di sangue di Albert (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=602), ho fatto parecchie domande al riguardo e pare che questo cane, recentemente campione di combattimento in Turkmenistan, nel 2007, di struttura piuttosto leggera e testa meno massiccia, stia riproducendo numerosi soggetti con spiccata territorialità, ed io ne ho visto alcuni molto potenti e molto interessanti (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=604), già da cuccioloni anche se non ho conosciuto la madre. Sui soggetti considerati aborigeni e cresciuti nel deserto con i pastori, anche loro mi hanno raccontato che, spesso, quando gli allevatori dei centri abitati, arrivano dai pastori, sono costretti a rimanere chiusi in auto, fino a che loro non leghino, specialmente le loro femmine, a delle catene fissate a dei paletti vicino le yurte. Queste femmine, sono solitamente esili ma, a detta loro, capaci di partorire anche maschi di taglia molto grande, ovvero quelli venduti in città, o scambiati con numerose pecore locali.
Alcuni cani da guardia molto efficienti, (tipo quello in foto con il bambino) li ho trovati sul confine fra il Turkmenistan e l’Uzbekistan, presso alcuni contadini. Anche questi, di taglia contenuta, con pelo medio lungo, ma molto coraggiosi.
Ho anche fatto un ‘incontro molto interessante, con dei giovani che vendevano alcuni cani, in Uzbekistan, lungo una strada e poiché era un giorno piuttosto piovoso, si riparavano sotto uno strano chiosco (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=605). Loro avevano tre cuccioli, a detta loro, presi dai pastori all’interno del deserto, di taglia completamente diversa. Dicendo, che ne volevo uno forte per la guardia alla casa, tutti e tre i ragazzi, contemporaneamente, mi indicarono il più esile, sostenendo che gli altri due erano più indicati per i combattimenti, mostrandomi il più grande, come originale turkmeno e molto più forte. Quello di taglia media, mi dissero provenisse dalle montagne, sui confini del Kazakistan. Chiedendo loro, che taglia avevano solitamente i cani dei pastori, mi dissero taglia medio-piccola ed alla mia domanda, se erano aggressivi con le persone estranee, mi risposero che alcuni lo erano, ma ad un semplice richiamo del pastore, smettevano di abbaiare.
Altri ottimi cani da guardia, li ho visti, presso due cortili di due istituti religiosi, restavano chiusi di giorno in un box e lasciati legati ad una catena su un lungo filo di scorrimento, nel cortile recintato della chiesa, di notte. A Samarcanda, ho chiesto ad un custode di una chiesa ortodossa, tramite la mia guida uzbeka, perché usavano questi cani da guardia e lui mi ha risposto: “Per evitare furti e vandalismi alla chiesa”. I cani erano di taglia molto contenuta ma molto efficienti (http://www.pastoredellasiacentrale.it/dett_news.asp?id=607), specialmente la femmina e nonostante la sua presenza continuavano a ringhiarmi non appena mi muovevo.
In alcuni incontri, con i medio-asiatici, ho parlato di questa esigenza, che abbiamo in occidente, di avere buoni cani da guardia nei giardini delle nostre case per non essere sorpresi dai ladri e rapinatori, specialmente alla sera ed alcuni di loro, si sono dimostrati molto interessati, probabilmente intravvedendo un possibile business futuro. Alcuni mi hanno anche detto di saper come fare (?) ad addestrare i cani, per farli diventare da guardia. Facendomi un po’ spiegare, secondo loro, il sistema migliore, per raggiungere tale scopo, ho capito subito che il cane da guardia non è ancora il loro mestiere e che forse stavano semplicemente improvvisando, dicendomi ciò che gli sembrava più sensato, in quel momento, tanto da attrarre la mia attenzione e forse, nella speranza di qualche prossimo guadagno.
Ritornando da questo mio viaggio in Asia centrale, che spero di completare nei prossimi anni, continuo ad essere sempre più convinto che il cane da Pastore dell’Asia Centrale, sia realmente un animale con grandissime potenzialità, per essere impiegato in un lavoro di efficiente guardia al territorio e relativa protezione delle persone che abitano in esso, ma è ASSOLUTAMENTE fondamentale la selezione dei soggetti, mirata a canalizzare la territorialità, innata di questo cane, innanzitutto sull’ uomo estraneo e non solo sull’animale predatore. Per il resto delle caratteristiche: salute, rusticità, adattabilità a vivere fuori tutto l’anno, affettuosità in famiglia, etc… non sono necessarie altre selezioni, a questo, ci hanno già pensato, per millenni, i nostri amici pastori del Karakum Desert!
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