IL CANE PASTORE TURKMENO
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28/01/2011 - Dakar .. sapore di razza antica!



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Il bellissimo cucciolo che vedete in fotografia si chiama Dakar, ora vive in provincia di Vercelli ed è un fratello (di padre) del mio Annibal.

Guardandolo nel suo aspetto generale assomiglia sommariamente ad un cucciolo di  Kangal o Pastore dell’Anatolia, nonostante nessuno dei suoi parenti più prossimi riporti questo colore ed i suoi fratelli siano pezzati bianco-nero o bianco-marrone.

Questo “mistero” è ciò che mi ha sempre affascinato maggiormente nella razza che allevo da tempo: se si possiedono linee di sangue antiche è molto facile che nascano cuccioli estremamente diversi fra di loro, specialmente nel colore del mantello.

 

Guardando questo cucciolo è facile capire da dove provenga l’attuale Kangal turco, meglio identificato nel mondo occidentale come pastore dell’Anatolia, oggi diventata una razza patrimonio genetico dei Turchi con divieto di esportazione.

 

Dall’accoppiamento che ci fu una decina di anni fa fra il mio Kimè ed una femmina molto simile alla mia attuale Neera, (tra l’altro sorella di Ara ma completamente diversa sia morfologicamente che di colore) nacquero numerosi cuccioli di svariati colori, fra i quali il mio Iran e Nomad, entrambe ancora vivi.

Iran fa solitamente discutere molto per il suo aspetto ed il suo pelo lungo in quanto i cinofili più superficiali lo considerano (..ovviamente alle mie spalle) un incrocio con un cane da pastore del Caucaso. Di diverso parere sono ovviamente i pastori nomadi dell’Asia centrale, che posseggono cani molto simili e che fra l’altro ritengono i migliori contro il lupo. Come anche un esperto di pastori del Caucaso né saprebbe immediatamente individuarne le principali diversità.

La storia del Pastore del Caucaso è molto più recente di quella del cane da pastore dell’Asia centrale e la stessa cosa vale per altre razze come il Kangal, il Pastore di Ciarplanina, il Kuvasz ungherese, il Pastore Maremmano Abruzzese, etc.. e se si desidera andare un po’ più a fondo su quali sarebbero le loro origini, si ricade sempre sulla parte centrale del continente asiatico.

 

Ho appena ricevuto alcune bellissime fotografie dai miei amici del Turkmenistan che rappresentano alcuni cani degli autentici pastori che vivono ancora oggi nel Karakum Desert (sono rimasti in pochi). Una di queste fotografie in particolare raffigura un soggetto di maschio adulto di AUTENTICO Alabai con una pezzatura molto simile ad un fratello di Dakar, che oggi vive a Torino, ancora cucciolo e ovviamente con le orecchie integre per legge.

Ho anche trovato un filmato di un cucciolo preso da un mio amico di Ashgabat direttamente nel Karakum Desert del Turkmneistan, trovo che abbia un'accettabile somiglianza con quest'altro fratello di Dakar che fra l'altro manifesta un portamento con coda dritta che non è presente nel cucciolo turkmeno. Anche il quarto fratello è completamente bianco-nero, si chiama Zar ed ha tutte le caratteristiche di poter diventare un ANNIBAL II.

 

Da ogni cucciolata della mia Burka, femmina a pelo medio-corto, indipendentemente dal maschio con cui l’accoppi, nascono sempre femmine a pelo lungo tipo Orsa, Lana, Tundra (sorella di Tejen a pelo corto), Kiva, etc.. che solitamente dimostrano molto più carattere e predisposizione alla guardia di altre sorelle e sono di statura inferiore alla madre. Tutto ciò non può che farmi riflettere su cosa sostenne per anni l’inglese R.I. Pocock. Il famoso zoologo iniziò ad affermare già nel 1935 che nel cane erano marcatamente presenti tracce genetiche di quattro tipologie di lupi: il lupo grigio euro-asiatico, il lupo grigio indiano, il piccolo lupo del deserto arabo ed il lupo lanuto del Tibet e dell'India settentrionale. Le ricerche fatte successivamente hanno poi confermato, pressappoco, queste teorie. Anche se oggi in certe razze si è addirittura arrivati a considerare impuri certi cani che presentano il pelo più lungo da quanto previsto dallo standard (..fatto dagli uomini moderni, chissà in base a quali criteri!) ed è solitamente poco gradito il colore grigio anche nei cani da pastori dell’Asia centrale.

 

Io non troverei più nulla di emozionante se allevassi una razza convenzionale dove nascono centinaia di cuccioli tutti uguali e mi sono sempre opposto all’idea di accoppiare i miei soggetti in funzione del loro aspetto morfologico.

Oggi è molto facile, anche nel cane da pastore dell’Asia centrale, scorgere cucciolate che mantengono costantemente la pezzatura dei genitori, dei nonni, etc.. ed io ritengo che questo sia “l’inizio della fine” di questo grande cane concepito per millenni solo per il lavoro e purtroppo oggi anch’esso in via di estrema standardizzazione mirata ai soliti scopi commerciali. Infatti il carattere sta sparendo completamente anche se alcuni allevatori continuano ad “arrampicarsi sui vetri” per contraddirmi sostenendo l’esatto contrario.

 

In Asia centrale, tranne nelle moderne capitali, non si sente mai parlare di standard morfologico ma solo di qualità caratteriale del cane anche se purtroppo, con l’estinzione della pastorizia, tale caratteristica dell’animale sta diventando sempre più finalizzata ai combattimenti e non alla protezione del bestiame.

Il pastore dell’Asia centrale non è secondo a nessuno per rusticità e salute, capacità di proteggere le pecore dai predatori, affettuosità con il padrone, etc.. e queste sono le caratteristiche che lo hanno reso grande nei secoli. Il resto lo ha creato l’uomo moderno con le sue manie di trasformare tutto a suo piacimento senza pensare alle drammatiche conseguenze.

 

Il cane da pastore dell’Asia centrale può essere considerato, nei cani, quello che rappresenta il Purosangue Arabo per i cavalli, ovvero l’essenza della specie anche se è purtroppo vero che ormai molti soggetti appartenenti ad alcune razze derivate, possano annoverare soggetti con prestazioni migliori del loro antenato.

 

Ad esempio se si parla con i pastori della Transilvania, gente che con i lupi combatte ogni notte dell’anno, si scopre che alcune loro esperienze con il P.A.C di provenienza sovietica, sono state fallimentari e che oggi stanno utilizzando prevalentemente incroci provenienti dal pastore del Ciarplanina con altri loro cani locali. Alcuni pastori abruzzesi sostengono che il loro autentico cane era decisamente migliore di alcuni Pastori dell’Asia centrale che hanno già avuto modo di sperimentare per il lavoro (certamente non si trattava di linee di sangue antico, bensì “scarti” di cucciolate provenienti dal settore espositivo). I miei amici pastori ungheresi decantano l’estrema tenacia e combattività del Kangal che ritengono decisamente superiore a quella di molti attuali pastori dell’Asia centrale, per contro alcuni miei amici pastori piemontesi stanno sperimentando dei maremmano-abruzzesi che gli ha donato la Regione Piemonte dopo la reintroduzione del lupo, loro li ritengono completamente nulli nel lavoro con le pecore (addirittura alcuni sostano tutto il tempo di fronte ad una casa alpina in attesa di qualche leccornia da parte dei turisti, dimenticandosi completamente del gregge).

 

Ma se è vero che tutte queste razze che ho appena nominato derivano dal cane da pastore dell’Asia centrale, quel’è allora la verità?

 

Purtroppo è drammatica ed è facile dedurla! Di mezzo ci sta sempre il solito problema: l’intervento dell’uomo… con le sue porcherie.

L’Asia centrale è da molti anni strumentalizzata ed indottrinata dal mondo sovietico che ha trasformato a piacere tutto ciò che poteva commercializzare per suo esclusivo interesse, cani compresi. Basti dire che molti autentici pastori dell’Asia centrale, quando vogliono riferirsi ad un cane grande e di poco carattere lo chiamano “russian dog”. Diverso avviene invece nelle capitali, in quanto il commercio di  questi cani con la Russia è indice di ottimo business e per certi unico sostentamento della famiglia, quindi non si sentono commenti al riguardo.

Quindi anche se tutti i cani da pastore derivano da quelle terre medio-asiatiche è ormai più facile trovare soggetti autentici in alcune razze che, pur essendo derivate dall’originale cane da pastore dell’Asia centrale, oggi hanno mantenuto caratteristiche più originali. Questo è l’esempio di numerosi Kangal della Turchia, (…purtroppo anch’essi ormai sulla strada del decadimento ed allevati molto per al loro imponente morfologia piuttosto che per funzionalità), che spesso dimostrano un temperamento maggiore al loro antenato cane da pastore dell’Asia centrale. Alcuni Ciarplanina che si possono ancora trovare fra i pascoli del Kossovo, Macedonia, etc..

Lo stesso cane da pastore dell’Asia centrale e ancora migliore dove non è avvenuta la deleteria trasformazione moderna, ad esempio in Afganistan, in alcune parti del Tajikistan del sud, in Iran si possono trovare molti soggetti di antica struttura e con forte carattere, anche se spesso non troppo orientato alla guardia della proprietà ma più verso alti cani e predatori.

In Turkmenistan si possono ancora trovare buoni soggetti ma è necessario spingersi nel “misterioso” deserto del Karakum dove i pochi ed irriducibili pastori nomadi non hanno mai dato retta alla modernità ed hanno continuato ad allevare secondo i loro tradizionali sistemi di selezione. E’ proprio da loro che alcuni allevatori della capitale cercano di “rinsanguare” le proprie linee di sangue ormai molto più indebolite di un tempo dalle sfavorevoli condizioni di detenzione in cattività dei soggetti. Sarebbe però ingenuo pensare che i pastori del deserto vendano facilmente ai “cittadini” i loro soggetti migliori, ..per loro, il denaro non è ancora fortunatamente troppo importante!

 

 

La prima cosa che mi disse uno dei pochissimi  pastori turkmeni che ebbi occasione di incontrare durante il mio viaggio in Turkmenistan, fu proprio questa: “Il nostro cane viene dalla natura come Allah decise di crearlo e se è autentico non teme confronti con nessuno. Noi non abbiamo mai avuto bisogno di mettere collari in ferro con le punte per aiutarli a difendersi dai lupi, i nostri cani seppero sempre combattere contro i predatori (..e non solo lupi) con grande coraggio sino alla morte. Sarebbe una vergogna per noi mettergli una protezione al collo, ..nei nostri cani scorre puro ed antico sangue turkmeno!”

Se è vero che i turchi dicono che i loro cani sono i più forti perché allora non li hanno mai lasciati senza nulla al collo come fecero sempre i nostri antenati?  Solo al  capobranco, solitamente il maschio più vecchio, noi mettiamo un sottile collare in cotone con una campanella, in quanto qui nel deserto i cani abbaiano alla notte per svariati motivi ma solo quando noi sentiamo quella campanella a suonare, usciamo dalla yurta per vedere se il pericolo è in arrivo. Il nostro capobranco non mente mai! Se è riuscito ad invecchiare sino ad oggi è perché nessun predatore è mai riuscito ad ingannarlo e quindi ad ucciderlo.”  (Loro ovviamente non parlano di cani “strangolatori” di lupi)

Quando io domandai alla mia guida di chiedergli quanti autentici cani di un tempo esistessero ancora oggi in Turkmenistan, il pastore turkmeno espirando tutto il fumo che aveva appena inalato, rispose qualcosa che nessuno mi tradusse, io ripetei la domanda ma era arrivato il momento di andare e quindi non ebbi mai risposta, …ma laggiù tutto questo è normale.

 

Quindi è con estrema soddisfazione che accolgo dalle cucciolate soggetti come Dakar,  in quanto rappresentano l’antichità dei ceppi utilizzati per la mia selezione che sto portando avanti da anni badando solo alla loro affidabilità ed alla loro naturale predisposizione alla guardia. La stessa cosa vale per quei soggetti che mi nascono con mantello molto simile all’altro cugino pastore del Caucaso. L’originalità dei miei cani emerge dal loro inconfondibile carattere: affettuosi con la famiglia (ma non stupidi) e naturalmente ostili all’estraneo.

 

Qualcuno continua a sostenere banalmente che io addestrerei i miei cani a tale comportamento, credo per giustificare i loro che di carattere ne hanno molto poco.

Ma la mia risposta concreta sarà il mio prossimo libro che si intitolerà “Un cane da guardia in famiglia” dove saranno alcuni dei miei stessi clienti che racconteranno la loro esperienza e testimonianza di cosa è accaduto nel loro giardino, man mano che il loro cucciolo è cresciuto ed diventato adulto.

 

Diamoci un appuntamento fra un paio di anni e vedremo chi sarà diventato il piccolo Dakar!

 

 

 

 

 

 

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